Riconoscere la somministrazione di
cure palliative come un diritto umano per quanti versano in
condizione di dolore grave, e garantire un accesso universale ai
trattamenti che alleviano la sofferenza. Sono i due principi
esposti nel corso del convegno internazionale sulle cure
palliative "Overcoming barriers and borders in palliative care:
100-UniTs of opportunities", promosso dalla Società Italiana di
Cure Palliative, con l'Università di Trieste (dove è cominciato
ieri e continuerà oggi) e l'Iniziativa Centro Europea.
Al convegno partecipano circa 200 tra medici, ricercatori
e studiosi che si stanno confrontando sulle terapie, provenienti
da diverse zone dell'Italia, e da Slovenia, Austria, Croazia,
Kosovo, Albania, Macedonia e Serbia. Il comitato scientifico del
convegno è coordinato da Raffaella Antonione, direttrice della
Struttura Complessa Rete Cure Palliative e Hospice dell'Area
Giuliana di Asugi e docente all'Università di Trieste.
"Si tratta di un momento molto importante di interscambio
e cooperazione con l'area dei Balcani in particolare - spiega
Antonione - l'obiettivo è riunirci insieme per costruire
percorsi comuni, e ci siamo riusciti, perché abbiamo sviluppato
già contatti per future collaborazioni".
L'Università di Trieste è impegnata da tempo sul fronte
della formazione, con moduli didattici dedicati alle cure
palliative nei percorsi curriculari della Laurea Magistrale in
Medicina e Chirurgia e della Laurea in Infermieristica. L'ateneo
è inoltre tra i primi in Italia ad aver attivato la Scuola di
Specializzazione in Cure Palliative.
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