'Noi ci stiamo mobilitando sotto tutti i punti di vista, economico e miliare, per sostenere l'indipendenza e la libertà dell'Ucraina. Abbiamo già inviato diversi pacchetti di strumenti militari all'Ucraina e invieremo altri strumenti militari all'Ucraina, penso a strumenti per la difesa aerea, quindi noi stiamo convintamente dalla parte dell'Ucraina. Però diciamo soltanto che le armi italiane possono essere usate soltanto all'interno del territorio ucraino per impedire l'avanzata dei russi e quindi per garantire la libertà dell'Ucraina': lo ha detto a Mattino Cinque il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.
'Noi abbiamo una Costituzione che all'articolo 11 parla molto chiaramente: l'Italia ripudia la guerra, noi non possiamo fornire armi per attaccare la Russia in territorio russo. Un conto è usare le armi nel territorio occupato, nel Donbass, ma nel territorio russo non si possono utilizzare perché noi non siamo in guerra con la Russia', ha aggiunto.
'Una cosa è difendere l'Ucraina da un'invasione illegittima, perché la Russia ha violato il diritto internazionale, un'altra è dire 'siamo in guerra con la Russia, lanciamo missili e usiamo armi per colpire il territorio russo', ha concluso.
E il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo, ha spiegato che "ogni Stato ha le sue leggi, la sua Costituzione. L'applicazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all'utilizzo delle armi che diamo all'Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell'Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. E' la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia".
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