Nel corso di funerale di una militante di Forza Nuova, a Roma, coprirono il feretro con una bandiera nazista e fecero il saluto romano gridando "presente".
Per questo otto persone rischiano di finire sotto processo a Roma. La Procura ha sollecitato il rinvio a giudizio contestando agli imputati la violazione delle leggi Scelba e Mancini in materia di apologia di fascismo e incitamento alla discriminazione, all'odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Il fatto risale al 10 gennaio del 2022 durante la celebrazione dei funerali, nella chiesa di Santa Lucia alla circonvallazione Clodia, a pochi metri dalla cittadella giudiziaria, di Alessia Augello militante del movimento di estrema destra.
Il sostituto procuratore, Erminio Amelio, nel corso della udienza davanti al gup della Capitale ha depositato una integrazione al capo di imputazione e in particolare relativa all'articolo 2 della legge Mancino.
Il procedimento, che è stato aggiornato ad ottobre, arriva a distanza di poche settimane dalle motivazioni delle Sezioni Unite della Cassazione con cui il 18 gennaio scorso hanno disposto un processo di appello bis per otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto nel corso di una commemorazione a Milano nel 2016. Una vicenda per la quale la prescrizione è "maturata" nel febbraio scorso.
Per i supremi giudici il saluto romano può essere reato anche se fatto durante una commemorazione. A definire il reato la valutazione del contesto ambientale, della ripetitività del gesto, della valenza simbolica e la possibile emulazione. Per stabilire la sussistenza di reato, in caso di saluto romano, osserva la Cassazione, il giudice deve "in concreto" e alla luce di valutazioni complessive, accertare "la sussistenza" di una serie di elementi, tra cui "il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti", idonei a dare concretezza al pericolo di "emulazione".
Nella sentenza i Supremi giudici affrontano anche il tema del "saluto" in caso di commemorazioni. La Cassazione esclude che "la caratteristica 'commemorativa' della riunione possa rappresentare fattore" di "automatica insussistenza del reato".
La risposta "alla chiamata del presente" e il saluto romano "integra il delitto previsto" dall'articolo 5 della legge Scelba sulla ricostituzione del partito fascista "ove, avuto riguardo alle circostanze del caso" costituisca un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Questa condotta, inoltre, "può integrare anche il delitto di pericolo presunto, previsto" dall'articolo 2 della legge Mancino sui crimini d'odio "ove tenuto conto del contesto" sia espressione "di manifestazione delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che hanno tra i loro scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
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