Nella giornata mondiale del
vento soffia forte in Sardegna la protesta contro la
speculazione dell'energia rinnovabile, con decine di
autorizzazioni per installare impianti eolici e fotovoltaici in
molte zone dell'Isola, anche a ridosso di siti archeologici e di
beni artistici e culturali tutelati e di pregio. Il popolo sardo
in guerra con i signori del vento si è dato appuntamento questo
pomeriggio nelle campagne di Codrongianus, 20 chilometri da
Sassari, per una grande manifestazione dal titolo evocativo:
"E'-Vento di Saccargia".
Musica, cartelli di protesta, bandiere dei Quattro Mori e
parole per dire no all'invasione di pali e pannelli. Il palco,
non a caso, è stato sistemato proprio davanti alla basilica di
Saccargia: è uno dei monumenti minacciati dall'assalto - c'è
anche la zona di Barumini dove sorge Su Nuraxi, patrimonio
Unesco - con un progetto di potenziamento del parco eolico di
Nulvi-Ploaghe proposto da Erg Wind Energy ed Erg Wind Sardegna.
Una mobilitazione con centinaa di persone arrivate da tutta
l'Isola sotto la regia del coordinamento dei comitati sardi
contro la speculazione energetica che da un anno e mezzo sta
portando nelle piazze di tutta la Sardegna l'allarme
speculazione. La festa di protesta andrà avanti sino a notte tra
interventi dal palco e concerti.
Non è andata come avrebbe voluto il coordinamento l'incontro
con la presidente della Regione Alessandra Todde dopo il ddl
della Giunta che ha bloccato per 18 mesi l'installazione di
impianti da rinnovabili e il braccio di ferro con il ministro
Pichetto sulle aree idonee, vinto dalle Regioni. "Restano in
piedi numerosi punti oscuri - spiega Luigi Pisci, uno dei
portavoce - In un confronto durato più di tre ore abbiamo
affrontato numerose questioni e dobbiamo purtroppo constatare di
essere molto lontani da una soluzione che possa definirsi
ragionevole e, anzi, su alcune questioni, di soluzioni al
momento non se ne intravedono proprio".
"Il termine speculazione - chiarisce - è quello chiave del
nostro dramma. Prima erano i fossili, ora sono le rinnovabili.
Quello che sta accadendo oggi in Sardegna è frutto di una storia
lunga decenni. Non può bastare un incontro per ribaltare una
situazione non contrastata da nessuno. Nessuno ha contrastato il
decreto Draghi: solo silenzio omissivo. I comitati devono essere
cani da guardia nei confronti delle decisioni anche del governo
regionale. Non vogliamo che tutto sia deciso dalle
multinazionali".
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