La Corte d' Assise e d'Appello di
Bologna, presieduta dal giudice Orazio Pescatore, ha confermato
la condanna a 30 anni di reclusione inflitta in primo grado con
rito abbreviato a Giuseppe Cappello, il 45enne ritenuto
colpevole dell'omicidio di Kristina Gallo con cui aveva una
relazione. La ragazza di 26 anni è stata trovata morta dal
fratello nella sua casa di Bologna il 26 marzo del 2019.
La vittima era stata trovata in casa, nuda e con le gambe
sotto il letto. Inizialmente la sua morte era stata ritenuta
naturale e la Procura aveva chiesto l'archiviazione. Il caso poi
era stato riaperto con l'ipotesi di omicidio aggravato dallo
stalking dopo l'autopsia sul corpo della 26enne richiesto dalla
famiglia, da cui era emerso che Kristina Gallo poteva essere
stata strangolata.
Le successive indagini hanno quindi portato all'arresto di
Cappello nel luglio del 2022. Nella precedente udienza, il 30
maggio scorso, il sostituto pg Licia Scagliarini aveva chiesto
la conferma della condanna di primo grado mentre il difensore di
Capello, l'avvocato Gabriele Bordoni, ha invece chiesto
l'assoluzione del suo assistito.
La Corte d'Assise e d'Appello di Bologna ha anche confermato
le provvisionali per 100mila euro disposte in primo grado a
favore dei familiari, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile
e Cesarina Mitaritonna, oltre a 10mila euro per l'associazione
che tutela donne e minori "La caramella buona", rappresentata
dall'avvocato Barbara Iannuccelli. L'imputato dovrà anche
provvedere al pagamento delle spese processuali.
"La sentenza è stata confermata e il dibattito, è stato
completo, acceso, aperto e ci ha impegnato molto", hanno detto
gli avvocati Mitaritonna e Cardile. "Il fratello di Kristina
Gallo, dopo la lettura della sentenza, si è commosso -
concludono - è stato un processo molto impegnativo per tutti".
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