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Esplosione Bolzano, Bocar Diallo era un profugo politico

Esplosione Bolzano, Bocar Diallo era un profugo politico

Viveva al maso Zeiler con altri migranti, 'un ragazzo d'oro'

BOLZANO, 23 giugno 2024, 17:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bocar Diallo, l'operaio senegalese dell'Aluminium morto, era arrivato in Italia come profugo e aveva ricevuto asilo politico. A Bolzano si era costruito una nuova esistenza. Nonostante il 31enne avesse un lavoro nello stabilimento siderurgico, come molti migranti, faceva fatica a trovare un alloggio.
    Viveva infatti nel maso Zeiler, un ex edifico agricolo nel rione Gries, nel quale attualmente trovano accoglienza 28 uomini come anche una giovane donna nigeriana, che con i suoi due piccoli bambini vive nell'appartamentino di Karin Cirimbelli, la responsabile del progetto di accoglienza.
    "Era un ragazzo d'oro, tutto lavoro, casa e preghiera", racconta la bolzanina. "E' venuto da noi a marzo. Lavorava, ma gli serviva un posto dove dormire. Un giorno - non lo dimenticherò mai - lui mi accusò in modo bonario di non occuparmi sufficientemente di lui. Io gli risposi: 'Tu ce la fai da solo, sei in gamba, ci sono altri che sono più vulnerabili'".
    Gli abitanti del maso Zeiler oggi sono in lutto, hanno perso un coinquilino e un amico. L'edificio alcuni anni fa è stato messo a disposizione dall'imprenditore bolzanino Hellmuth Frasnelli. Cirimbelli definisce il suo progetto "una grandissima opportunità che sopperisce alle mancanze istituzionali. Senza l'aiuto di Frasnelli 30 persone vivrebbero in strada".
   

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