Era in funzione giovedì scorso il motore esterno dell'aria condizionata della villa sul lago di Garda di Giacomo Bozzoli. Segno che qualcuno si trovava all'interno. Così i carabinieri, già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate, hanno perquisito le stanze della residenza e hanno trovato nel cassettone del letto, nascosto, il proprietario, 39 anni, condannato all'ergastolo per omicidio, latitante e ricercato da dieci giorni in tutta Europa e anche altrove. A rivelare uno dei particolari che avrebbero tradito Bozzoli, arrestato e ora in carcere, sono alcuni quotidiani.
Investigatori e inquirenti erano stati allertati, sempre giovedì scorso, anche perché una delle telecamere di sorveglianza della villa di Soiano del Garda aveva smesso di inquadrare la porzione dell'esterno dell'abitazione di propria competenza, come se qualcuno l'avesse oscurata.
Le tracce che l'uomo avrebbe lasciato - forse aiutato nel suo rientro dalla fuga all'estero - sono diverse. La prima sono gli alimenti e le bevande che riempivano il frigo nonostante la villa in questi giorni fosse ufficialmente disabitata, con la compagna e il figlio di 9 anni che si trovano a casa dei genitori.
Poi, come ha spiegato al Giornale di Brescia il maresciallo dei carabinieri che durante la perquisizione ha scoperto il nascondiglio dell'imprenditore e lo ha arrestato, nella camera da letto c'erano un dopobarba e, soprattutto, dei vestiti simili a quelli che Bozzoli indossava mentre una telecamera lo riprendeva alla reception di un albergo a Marbella, in Spagna, il 30 giugno, il giorno prima della condanna definita all'ergastolo con l'accusa di aver ucciso 9 anni fa lo zio Mario e di averne gettato il corpo nel forno della fonderia di famiglia.
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