"Abbiamo appreso con sgomento che la
Corte di Assise di Appello di Roma ha disposto la misura degli
arresti domiciliari in favore di Gabriel Christian Natale
Hjorth. Mai ci saremmo aspettati una tale decisione, addirittura
prima delle motivazioni della sentenza che ha trasformato
l'ergastolo in una pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione. Chi
si occupa di tutelare i diritti delle vittime di reato? Vogliamo
un sistema penale che tuteli anche le vittime". Lo ha dichiarato
Emanuela Piantadosi, presidente dell'Associazione Vittime del
Dovere, onlus nazionale con sede a Monza che si è costituita
parte civile nel processo per l'omicidio del vicebrigadiere dei
carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma da due turisti
americani, a seguito del processo di Appello bis che ha
diminuito l'entità delle condanne.
"Questo è il baratro di tragedia in cui vivono i parenti
delle vittime e su cui riteniamo debba essere puntata
l'attenzione della collettività intera - ha proseguito
Piantadosi - baratro nel quale è precipitata Rosa Maria Esilio,
vedova di Mario, la cui unica residua consolazione era la
Giustizia".
Secondo la presidente delle Vittime del Dovere, associazione
della quale fa parte la vedova, "la misura degli arresti
domiciliari è stata disposta senza nemmeno prevedere alcun
risarcimento del danno in favore delle parti civili, in
particolare dei familiari, distrutti dal dolore di questo
delitto così efferato".
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