"Vi devo ringraziare per avermi
voluto qui. Per essere la voce delle donne iraniane e,
soprattutto, delle donne iraniane rinchiuse nelle carceri.
Quello che leggete in questo libro ('Più ci rinchiudono più
diventiamo forti. Voci di donne iraniane in lotta per la
libertà' scritto dal Premio Nobel Narges Mohammadi, ndr) non
appartiene al passato. È ciò che avviene oggi nelle carceri
iraniane. Il metodo di tortura per portare i detenuti a
confessare anche cose non commesse che vengono usate nei
tribunali contro di loro. Tribunali che emettono sentenze molto
severe come la condanna a morte". Lo ha detto Taghi Rahmani
giornalista, attivista iraniano e docente universitario
arrestato in Iran 14 volte, marito del Premio Nobel per la pace
2023 Narges Mohammadi, a Vieste (Foggia) dove è ospite della
serata inaugurale de 'Il libro possibile'.
L'uomo vive da esule in Francia assieme ai due figli gemelli
quasi maggiorenni. Non smette di ricordare pubblicamente
l'impegno della moglie nel far conoscere la situazione dell'Iran
nel mondo e la costante violazione dei diritti umani. "Per
questo è importante che la pratica della condanna a morte venga
conosciuta a livello mondiale perché non viene praticata solo in
Iran, ma in altre parti del mondo. In Iran - conclude
l'attivista - il livello di istruzione universitaria delle donne
è superiore a quello degli uomini ma subiscono una
discriminazione di genere. Molto mestieri, come il giudice o il
presidente della Repubblica, non si possono fare".
Dopo la tappa di Polignano a Mare, la manifestazione sbarca
nella cittadina garganica e per cinque giorni ospita nomi di
personalità anche internazionali impegnate in ogni settore:
dalla politica, alla cultura, passando per i diritti umani, la
sanità con un unico filo conduttore, l'amore. 'Where is the
love?' Ovvero dov'è l'amore, hit musicale del 2003 firmata dalla
band americana Black Eyed Peas, manifesto pop contro violenze,
razzismo e diseguaglianze, il brano chiedeva dove fosse finito
l'amore in una società dominata da guerre e denaro.
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