La Regione Piemonte ha approvato
due misure per la gestione della caccia al cinghiale e un ancora
più pressante contenimento della specie responsabile della Psa,
la Peste suina africana. Si tratta di due delibere passate
nell'ultima giunta prima della pausa estiva, su proposta
dell'assessore al Commercio, agricoltura e cibo, caccia e pesca
e parchi, Paolo Bongioanni.
"La prima delibera, fortemente voluta dalle associazioni
agricole - spiega Bongioanni - riguarda il contenimento del
cinghiale nel contrasto sanitario alla Psa e autorizza i
proprietari e conduttori di un fondo rurale a effettuare
abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre
i confini del proprio appezzamento. La seconda delibera prolunga
di un mese il calendario venatorio in Piemonte, permettendo ai
cacciatori la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro
mesi dal 15 settembre al 15 gennaio anziché, com'è stato finora,
in un periodo di tre mesi scelto fra il 15 settembre e il 15
dicembre o dal 2 novembre al 30 gennaio". La norma recepisce la
modifica introdotta a livello nazionale dalla nuova legge
sull'agricoltura, la cosiddetta "Legge Lollobrigida". Altra
novità introdotta dalla legge 101 e recepita in questa delibera
è che, nelle azioni di prelievo selettivo del cinghiale, gli
operatori potranno avvalersi di dispositivi di puntamento, anche
digitale, per la visione notturna.
Una terza delibera approvata oggi dalla giunta su proposta
di Bongioanni, permette infine per la stagione venatoria 2024-25
nuove immissioni, in deroga alla legge regionale 5 del 2018, di
capi di quattro specie cacciabili: fagiano, pernice rossa, lepre
e starna. È una richiesta venuta dagli Ambiti territoriali
caccia e dai Comprensori alpini per sostenere il ripopolamento
naturale e l'autoriproduzione della fauna in territorio libero
attraverso l'immissione di capi provenienti da allevamenti
autorizzati.
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