Verrà svolta nella giornata di oggi
l'autopsia sul corpo di Dalvir Singh, il bracciante indiano di
54 anni trovato morto venerdì pomeriggio in un campo nella zona
di borgo Piave, alle porte della città di Latina. La procura,
infatti, ha aperto un'inchiesta per comprendere se siano state
adottate tutte le cautele necessarie per evitare il decesso,
rispetto al quale al momento sembrerebbero non esserci dubbi che
sia stato causato da un malore improvviso, probabilmente un
infarto. L'ipotesi è che il malore sia stato innescato dal
caldo.
Per prassi è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo a
carico di ignoti. Ad indagare sono i carabinieri della compagnia
di Latina e dei tecnici Spresal, i quali hanno dato il via agli
accertamenti per ricostruire con esattezza l'accaduto.
A scoprire il corpo riverso a terra, nei campi, è stato il
titolare dell'azienda agricola di strada del Crocifisso,
specializzata in silvicoltura, poco dopo le 17: secondo le prime
ricostruzioni il bracciante, assunto con contratto regolare e
con permesso di soggiorno, si era recato al lavoro per aprire
l'impianto di irrigazione intorno alle 16:30.
La morte del bracciante arriva a due mesi dal dramma di
Satnam Singh, deceduto nelle campagne di Latina e lasciato
esanime davanti casa con il braccio tagliato da un macchinario
agricolo.
Ieri sulla vicenda è intervenuto il capogruppo del Pd nella
commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto, sottolineando
che "un altro bracciante è morto nelle campagne di Latina.
Stroncato da caldo perché nessuno dovrebbe lavorare nei campi a
40 gradi all'ombra. Si chiamava Dalvir Singh e aveva 54 anni.
Dunque, non va tutto bene, checchè ne dica la ministra
Calderone". Scotto chiede inoltre alla ministra del Lavoro di
"riferire al Parlamento lo stato delle politiche di contrasto
all'insicurezza sul lavoro nei campi. Non può più sottrarsi come
ha fatto in tutti questi mesi".
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