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Ucciso in bici, per il pm la compagna voleva ereditare 3 milioni

Ucciso in bici, per il pm la compagna voleva ereditare 3 milioni

Quattro dei sei fermati non parlano davanti al gip,due ammettono

VARESE, 26 agosto 2024, 15:03

Redazione ANSA

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Sono terminati gli interrogatori di garanzia davanti al Gip di Busto Arsizio Anna Giorgetti dei sei fermati con l'accusa di aver pianificato per almeno tre mesi e poi eseguito l'omicidio di Fabio Ravasio, 52 anni, investito a Parabiago (Milano) lo scorso 9 agosto mentre era in bicicletta da quella che inizialmente era sembrata un'auto pirata.
    Con Adilma Pereira Carneiro, la compagna 49enne di Ravasio, considerata dagli inquirenti la mente del piano per eliminare il 52enne e incassarne il patrimonio da circa 3 milioni di euro tra attività e beni immobili, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche il figlio della donna Igor Benedito, il marito di lei, Marcello Trifone (Il matrimonio celebrato nel 2015 è tuttora in essere) e Massimo Ferretti, che davanti al Pm Ciro Caramore aveva confessato (l'uomo, titolare di un bar a Parabiago, è l'amante della 49enne).
    Per contro Mirko Piazza, reclutato per fare da palo durante l'esecuzione, e Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Pereira Carneiro, hanno confermato le dichiarazioni già rilasciate al Pm attraverso le quali hanno confessato l'accaduto. Lavezzo ha cercato di alleggerire la propria posizione dichiarando di non sapere che si volesse uccidere Ravasio.
    Secondo la ricostruzione, alla guida della Opel Corsa intestata alla 49enne (con targa truccata) che ha investito e ucciso il 52enne c'era Igor, il figlio della donna. Accanto a lui, sul sedile del passeggero, sedeva Trifone. Piazza lo aveva già ammesso, ma a sostegno dell'indizio c'è anche un'intercettazione tra la 49enne e Trifone. Una telefonata durante la quale la donna chiedeva al marito se indossasse i guanti e riceveva un no in risposta perché guidava Igor e i guanti li indossava lui. Dal quadro emerge il piano organizzato da una donna capace di indurre gli altri alla sua volontà.
    Alla donna - che avrebbe agito per motivi economici - risultano al momento intestati una cascina e una villa a Parabiago, oltre a metà dell'abitazione dove viveva con Ravasio, una casa a Mentone utilizzata per le vacanze e un appartamento a Vieste, in Puglia, ereditato dal primo marito morto d'infarto a 48 anni.
   

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