A quarant'anni dalla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, non esiste una "verità" riconosciuta. Ilario Martella, incaricato all'epoca di indagare sull'attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981 e, in prima battuta, sulle sparizioni di Emanuela e Mirella del 1983, inequivocabilmente legate ai fatti di piazza San Pietro, si propone oggi di ripercorrere la vicenda dal principio.
In "Emanuela Orlandi. Intrigo Internazionale. La verità che nessuno ha ancora raccontato sul mistero più oscuro della storia italiana" (Ponte alle Grazie 2024, pp. 192, 16.00 euro), smontate tutte le false piste spuntate in epoche più recenti, giunge all'unica soluzione possibile: i due casi fanno parte di un unico disegno criminale, di una gigantesca e articolata operazione di distrazione di massa compiuta da uno dei servizi segreti più efficienti e famigerati della Guerra fredda: la Stasi tedesca.
Armato di una ricca documentazione, divenuta lentamente accessibile solo dopo la caduta della cortina di ferro, l'autore ricostruisce i dettagli di un'operazione spionistica di altissimo livello, nata per sviare l'attenzione pubblica dalle indagini che, partendo dall'attentato al papa, avevano aperto la celebre "pista bulgara". Lo stesso Giovanni Paolo II, in visita alla sua famiglia, definì il rapimento di Emanuela "un intrigo internazionale": dopo quarant'anni, questo libro finalmente ricostruisce perché.
Ilario Martella (Corsano 1934), magistrato dal 1965, sostituto procuratore della Repubblica di Roma dal 1973 al 1978 e giudice istruttore presso il Tribunale di Roma dal 1978 al 1990, si è occupato, tra l'altro, di terrorismo, criminalità organizzata, sequestri di persona e reati contro la pubblica amministrazione. Come pm ha trattato lo "scandalo Lockheed" e, come giudice istruttore, l'attentato a Giovanni Paolo II. Ha svolto poi funzioni di magistrato della Corte di Cassazione. Con Ponte alle Grazie ha pubblicato "13 maggio '81: tre spari contro il papa" (2011).
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