Ancora una rivolta al carcere per minori Beccaria di Milano. "Prontamente sedata", fanno sapere dal Dap. I disordini sono scoppiati la scorsa notte: alcuni materassi sono stati incendiati e ci sarebbero stati tentativi di fuga. Otto detenuti sono rimasti feriti.
"Una notte di ordinaria follia", accusano i sindacati di polizia penitenziaria che chiedono la chiusura dell'istituto. Mentre l'opposizione attacca il governo parlando di "sistema carcerario al collasso". In questi giorni tensioni hanno interessato anche altre strutture, da Ivrea a Torino, da Ariano Irpino a Regina Coeli (Roma), mentre a Reggio Emilia giovedì scorso si è registrato il 67/o suicidio di un detenuto nel 2024.
L'episodio di ieri è solo l'ultimo di una lunga serie per il Beccaria: nello scorso maggio i detenuti sono rimasti asserragliati in cortile per oltre un'ora dopo un controllo antidroga. A giugno sono evasi due minorenni. Tra luglio ed agosto ci sono stati altri incendi ed aggressioni. Mentre il carcere è stato al centro di un'indagine della procura di Milano su presunte torture e aggressioni ad alcuni giovani detenuti che il 22 aprile scorso ha portato in cella e alla sospensione dal servizio di 21 guardie.
Ieri, secondo la ricostruzione dei sindacati di polizia, gli incidenti - cui avrebbero partecipato tutti i 58 reclusi presenti - sarebbero partiti con incendi in alcune celle appiccati per scatenare il caos ed approfittarne per allontanarsi. Nel corso dei disordini, spiega il segretario dell'Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, "diversi hanno tentato di evadere e ben 4 sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all'interno del perimetro che delimita il carcere".
Trovate anche delle lenzuola annodate usate probabilmente per fuggire dalle celle. Il Dap, da parte sua, precisa che "non vi è stato alcun tentativo di evasione da parte dei detenuti" e che le "azioni di rivolta hanno causato ingenti danni al Primo gruppo ma l'intervento del personale della Polizia penitenziaria ha consentito di ripristinare immediatamente l'ordine, mentre tre detenuti sono stati trovati e riportati in cella mentre erano nascosti nel perimetro murato del carcere". "L'ennesima esplosione di violenza all'interno dell'istituto Beccaria - accusa il vicepresidente dei senatori del Pd Franco Mirabelli - è la dimostrazione della incapacità del governo ad affrontare una situazione da lui stesso creata. Il decreto 'Caivano' ha aumentato il numero di minori reclusi senza alcun adeguamento delle strutture e del personale in particolare degli educatori. Si lascia che negli istituti per minori restino detenuti fino ai 25 anni". Secondo Ivan Scalfarotto (Iv), quanto avvenuto "è il segnale di un sistema carcerario al collasso che si regge in piedi solo grazie all'intervento di un personale sottodimensionato, costretto a turni massacranti di lavoro, la cui incolumità è in pericolo tutti i giorni".
La rivolta, aggiunge il deputato Aboubakar Soumahoro, "è l'ennesima dimostrazione che quell'istituto va chiuso perché non è un luogo umano di detenzione". Filippo Blengino, dei Radicali italiani, ricorda che "da anni chiediamo la chiusura dei minorili e torneremo a Milano nelle prossime settimane per chiederlo nuovamente". Duri anche i sindacati degli agenti. Per Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), "l'attuale sistema carcerario per minori si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra che si avvia verso una 'carriera criminale' passando come stadio successivo immediato al carcere normale". Il Beccaria, evidenzia poi Leo Beneduci (Osapp), "con 50 detenuti e 124 poliziotti penitenziari nonché oltre 20 ulteriori poliziotti sospesi dal servizio, per quello che periodicamente vi accade, è la dimostrazione pratica delle incapacità e dell'inefficienza del sistema penitenziario italiano".
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