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Detenuto s'impicca in carcere Imperia, 69^suicidio da inizio '24

Detenuto s'impicca in carcere Imperia, 69^suicidio da inizio '24

Ha aspettato che i compagni di cella uscissero per ora d'aria

GENOVA, 05 settembre 2024, 12:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un detenuto nel carcere di Imperia si è impiccato stamani nella sua cella. A trovarlo i suoi compagni che rientravano dall'ora d'aria. Inutile l'immediato intervento della Polizia penitenziaria, l'uomo è deceduto sul colpo. Secondo le prime informazioni, l'uomo - che aveva patologie psichiatriche - ha aspettato che i suoi compagni uscissero per l'ora d'aria e poi si è impiccato utilizzando le lenzuola attaccate alle grate. Questo è il 69^ suicidio in carcere dopo quello di Benevento avvenuto due giorni fa.
    "Mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio, fra annunci e marce indietro dichiara che non ci sono soluzioni immediate, proprio quelle che si chiederebbero a un governo degno di tal nome, in carcere e di carcere si continua a perire e a soffrire - scrive in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria -. Le sofferenze più acute, peraltro, oltre che sui detenuti, vengono inflitte alla Polizia penitenziaria i cui appartenenti, vittima di aggressioni, violenze, sottoposti a turnazioni massacranti e privati persino di fondamentali diritti costituzionali, scontano le pene dell'inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato, abbandonati dalla politica. Francamente, non ci servono un ministro e un governo che si limitino all'analisi dei problemi, peraltro molto approssimativa e spesso sbagliata ma che non indichino e mettano concretamente in campo misure efficaci e in grado di avviare a soluzione la profonda crisi carceraria nei tempi richiesti, quantomeno, dal numero e dalla frequenza dei morti. Siamo arrivati a 15mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, mentre le voragini negli organici della Polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, si fanno sempre più marcate. Così come progressivamente più pesanti - conclude il segretario della UilPa - sono le carenze nell'assistenza sanitaria, le deficienze organizzative e la fatiscenza delle strutture. Al Guardasigilli, che auspichiamo non abbia frainteso questa definizione, e al Governo chiediamo quantomeno uno scatto di orgoglio che vada al di là delle chiacchiere".
   

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