/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Rifiuti interrati dal clan: teste al processo, falda contaminata

Rifiuti interrati dal clan: teste al processo, falda contaminata

Tecnico Arpac: "a cinque metri amianto e fanghi di depurazione"

NAPOLI, 17 settembre 2024, 09:50

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

I rifiuti interrati dal clan dei Casalesi sotto la stadio di Casal di Principe (Caserta) avrebbero contaminato le falde acquifere, mettendo a rischio la salute della popolazione. È quanto emerge dal racconto del funzionario Arpac sentito come testimone al tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo per i rifiuti tossici della camorra, in cui sono imputati "pezzi da novanta" della cosca, come Walter Schiavone, fratello del capoclan Francesco "Sandokan" Schiavone, noto per la sua villa in stile Scarface, che per anni è stata l'emblema del potere camorristico, poi confiscata dallo Stato; nel processo anche il cugino di Walter e di Sandokan, Francesco Schiavone conosciuto come "Cicciariello", e gli esponenti di primo piano del clan Nicola Pezzella e Luigi D'Ambrosio.
    Il processo è nato dall'indagine della Dda di Napoli, che nel 2014, grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti, fece realizzare degli scavi nei pressi dello stadio comunale di Casal di Principe, che hanno confermato la presenza di 150mila metri cubi di rifiuti pericolosi.
    "Gli scavi sono stati effettuati a 5 metri di profondità, e successivamente sono subentrati i sondaggi dove è stato campionato il suolo" ha riferito il tecnico Arpac, che ha proseguito spiegando che "dai prelievi è emerso che si trattava di rifiuti pericolosi come l'amianto, oltre che rifiuti di demolizione e fanghi di depurazione stratificatisi nel corso degli anni; una falda superficiale era a meno di 7 metri di profondità, mentre degli strati di rifiuti sono stati rinvenuti con uno scavo profondo 13 metri; è emerso poi che la stratificazione dei materiali aveva creato un avvallamento di circa 20 metri di spessore".
    Il Comune di Casal di Principe si è costituito nel processo ed è rappresentato dall'avvocato Giovanni Zara.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza