Il presidente del Veneto, Luca
Zaia, ricorda il 61/o anniversario, che ricorre domani, della
tragedia del Vajont che cancellò Longarone (Belluno) e portò
devastazione e morte.
"Anche quest'anno, per il 9 ottobre, - rileva Zaia - la nostra
mente torna al lontano 1963, per non dimenticare le quasi 2000
vittime innocenti, tra i quali 487 bambini, di quella che è
passata alla storia come la tragedia del Vajont. Una data che
non si risolve in un ricordo routinario perché il dolore è
ancora vivo in tante persone, tante famiglie: è una ferita
ancora aperta per la nostra Terra".
"Longarone è risorta ed è oggi un centro produttivo tra i più
vivaci della nostra Regione - aggiunge -. I suoi abitanti
sopravvissuti, nell'immane dolore, hanno dimostrato le migliori
qualità dei Veneti, impegnandosi con tenacia e dimostrando che
il lavoro è il fondamento della nostra vita collettiva e la
forza per ogni riscatto della persona e della comunità. Lo hanno
fatto nonostante la devastazione, le ferite, i lutti mai
rimarginati e la difficoltà a vedersi riconosciute legittime
richieste di giustizia. Procedimenti segnati da un percorso
lungo e complesso come testimonia l'archivio processuale che il
Governo ha stabilito di fare rimanere per sempre nella terra
dove si è verificato tanto orrore: una decisione che non lenisce
il dolore della memoria ma rispetta le aspettative dei
sopravvissuti e di tutto il territorio".
"Dopo il Cimitero monumentale di Fortogna, l'archivio
giudiziario è il riferimento morale più importante di questa
sciagura" conclude Zaia il quale aggiunge che "il nome Vajont è
sempre ricorrente di fronte a nuove sfide nel rapporto tra
l'uomo e la Natura.".
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