Una folla commossa ha dato l'ultimo saluto a Leonardo Calcina, il 15enne che si è tolto la vita con la pistola d'ordinanza del padre in un casolare nelle campagne di Senigallia. La chiesa di Montignano, la frazione in cui viveva col papà agente di polizia locale, non è riuscita a contenere le tantissime persone che si sono strette ai familiari del giovane.
Molti i ragazzi, i compagni di classe, ma anche i semplici cittadini che hanno sentito come loro una vicenda drammatica. All'intera comunità si è rivolto il parroco don Emanuele Lauretani con un messaggio di speranza, amore e fratellanza dopo la denuncia di presunti episodi di bullismo di cui il giovane sarebbe stato vittima: "La vita è bella, e una via d'uscita ai nostri problemi c'è sempre. Più avanti potremo fare luce sulle circostanze concrete delle sofferenze e della sua morte, ma ora facciamo fiorire in noi un nuovo senso di responsabilità, gli unici e gli altri, che possa portarci nella difficile missione di ascoltare e di farci comprendere. Dobbiamo essere accoglienti, avere rispetto, empatia, sensibilità e tenerezza. La vita è però anche fragile, da maneggiare con cura" le parole dell'omelia.
Alla cerimonia presente l'amministrazione cittadina, il sindaco Massimo Olivetti e la giunta tutta e il presidente del consiglio comunale Massimo Bello. Picchetto d'onore dei vigili urbani, stretti tra la commozione e il rigore che impone la divisa, per quel collega, Francesco, piombato nella disperazione. Sua la pistola d'ordinanza con la quale Leonardo si è tolto la vita.
Sulle motivazioni del gesto è stato aperto un fascicolo contro ignoti dalla Procura di Ancona, per far luce su quegli episodi di bullismo che la madre ha denunciato ai carabinieri proprio nel giorno in cui erano ancora in corso le ricerche, poi risultate vane. "Credo nella giustizia terrena e divina", ha detto alla fine della messa. Una frase interpretata da molti come un atto di accusa contro chi ha giocato sulle fragilità di un giovane e contro chi non si sarebbe accorto di quanto stava avvenendo. Delle violenze e umiliazioni fisiche e verbali Leonardo avrebbe parlato ai genitori solo pochi giorni prima di farla finita ma, anche, con un docente della scuola. Sono intanto scattate le verifiche del ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara che ha chiesto un ulteriore approfondimento, anche alla luce delle dichiarazioni rese dai genitori del quindicenne e delle testimonianze pubblicate sui giornali da parte di studenti e amici del giovane. Verifiche per le quali il ministro Valditara ha investito il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per le Marche, Donatella D'Amico.
"È fondamentale che la scuola sappia intercettare le fragilità dei giovani ma anche educare alla responsabilità individuale, intervenendo con autorevole severità in presenza di comportamenti improntati a violenza, a prepotenza e a bullismo", ha sostenuto il ministro. L'ex garante regionale dei diritti dei minorenni delle Marche, Andrea Nobili ha ribadito come il puntare il dito contro altri giovanissimi e le istituzioni scolastiche non sia il modo giusto "per affrontare drammi che hanno radici molto più profonde e che ci impongono riflessioni e interventi seri sul tema del disagio giovanile".
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