Sono i discendenti del principe di
Sansevero, comproprietari dell'omonima cappella-museo ormai
irrinunciabile meta turistica partenopea, a vincere il primo
round del procedimento giudiziario davanti al Tribunale di
Napoli contro le società che hanno prodotto e promosso gli
occhiali "Malaterra", sulle cui stanghette, a forma di Vele di
Scampia, sono raffigurate una pistola e l'immagine del Cristo
Velato, la nota scultura realizzata da Giuseppe Sanmartino
famosa in tutto il mondo.
Un abbinamento sgradito dalla proprietà del Museo, sfociato
in una querelle giudiziaria che ha visto lo scorso settembre gli
eredi del principe Raimondo de Sangro e la proprietà del Museo
(difesi dagli avvocati Maurizio Borghese e Rossella Giordano)
prevalere, in via d'urgenza, nella procedura cautelare contro
due società.
Secondo i giudici della sezione del tribunale di Napoli
specializzata in materia di impresa, infatti, sono stati violati
non solo i marchi registrati, ma anche lesi l'immagine e il nome
dell'opera d'arte Cristo Velato, riprodotta, senza
autorizzazione, per scopi commerciali, accostando il bene
culturale a un'arma e alle Vele di Scampia, una volta simbolo di
criminalità e ora verso il riscatto.
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