Ancora mazzette, ancora corruzione, questa volta tra soggetti privati. Un filone di indagine della Procura di Roma nato dal procedimento che ha portato all'arresto dell'ex dg di Sogei, Paolino Iorio, bloccato dalla Guardia di Finanza mentre intascava una tangente da 15 mila euro dall'imprenditore Massimo Rossi, vede iscritti nel registro degli indagati il dirigente di Tim, Simone De Rose, e il procuratore del colosso Ntt Data, Emilio Graziano.
Nei loro confronti sono state disposte una serie di perquisizioni, eseguite dalla Guardia di Finanza, e la vicenda giudiziaria ha causato ripercussioni anche sul titolo in Borsa: Tim ha perso il 3% in apertura di contrattazioni e ha chiuso cedendo il 2,4% a 0,24 euro.
Ai due manager i pm di piazzale Clodio contestano due episodi illeciti, che sarebbero avvenuti nel febbraio e maggio del 2024. In particolare - secondo quanto si legge nel decreto di perquisizione nel quale viene citata un'informativa del Gico della Guardia di Finanza del 21 ottobre scorso - gli uomini delle fiamme gialle che stavano svolgendo le indagini sulle attività dell'imprenditore Rossi (da venerdì in carcere a Regina Coeli) si sarebbero imbattuti in De Rose e Graziano, definiti due "soggetti di interesse investigativo". E a quel punto sono scattati gli accertamenti sui due procuratori.
Dalla "attività tecnica effettuata sull'autovettura di De Rose - si legge nel provvedimento - si aveva la contezza, nell'ambito di un rapporto di corruttela tra privati, della consegna di 50 mila euro a De Rose da parte di Graziano il 22 febbraio e di un'ulteriore consegna di una busta, contente verosimilmente denaro, il 15 maggio".
Sull'attività istruttoria della Gdf è intervenuta anche Tim che assicura collaborazione "con gli inquirenti anche per ricostruire eventuali responsabilità a danno del gruppo". Sul fronte dell'indagine madre, che vede indagato anche Andrea Stroppa, il referente in Italia di Elon Musk, martedì è stato ascoltato dal gip l'ex dg Iorio a cui sono stati sequestrati oltre 100 mila euro, denaro ritenuto frutto di tangenti. Nel corso del confronto con il gip, l'indagato ha ribadito che il denaro rientrava in consulenze "che non hanno alcun legame" con il ruolo ricoperto nella società in house del ministero dell'Economia.
I difensori del manager, al termine dell'interrogatorio, hanno fatto istanza al gip per chiederne la scarcerazione mentre è ancora pendente il ricorso al tribunale del Riesame. Nei suoi confronti la Procura contesta di avere cancellato i video delle telecamere di sicurezza della abitazione romana dei 15 giorni precedenti all'arresto. Nell'ordinanza il gip parla di "fatti gravissimi e allarmanti" aggiungendo la possibilità che "vi sia stato un accesso in casa di Iorio durante la sua permanenza in quel luogo dopo l'arresto, così da alterare la lettura degli elementi già emersi e la eventualità di suoi contatti con persone diverse dai familiari conviventi e dai difensori, potenzialmente in grado di interferire nelle delicate indagini in corso". Dal canto loro i vertici di Sogei, sentiti davanti alla commissione Bicamerale di controllo sull'anagrafe tributaria, ribadiscono "tutto il supporto all'attività di indagine".
"Stiamo lavorando per capire se ci possono essere degli interventi migliorativi" da mettere in campo in merito ad eventuali iniziative "preventive" per evitare analoghi eventi, in futuro, ha affermato l'amministratore delegato Cristiano Cannarsa aggiungendo che però non sono state "riscontrato delle debolezze interne".
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