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Morì in cella, 'segni compatibili con lo strangolamento'

Morì in cella, 'segni compatibili con lo strangolamento'

Stefano Dal Corso trovato morto nel carcere di Oristano nel 2022. La famiglia: 'Ci opporremo all'archiviazione'

23 ottobre 2024, 16:04

Redazione ANSA

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La foto di Stefano Dal Corso il detenuto trovato morto impiccato nel carcere di Oristano - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto di Stefano Dal Corso il detenuto trovato morto impiccato nel carcere di Oristano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dall'autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso sono stati "rilevati elementi compatibili tanto con un impiccamento atipico quanto con lo strangolamento". Lo ha detto l'avvocato Armida Decima, legale della famiglia, nel corso di una conferenza stampa alla Camera sulla vicenda del detenuto romano di 42 anni trovato morto il 12 ottobre del 2022 nella sua cella nel carcere di Oristano. "E' l'analisi dei polmoni a permetterci la distinzione - ha spiegato l'avvocato - ma i polmoni che, a distanza di tanto tempo, erano putrefatti e quindi non è stato possibile rilevarlo un anno e tre mesi dopo la morte". Poi ha aggiunto: "I consulenti del pm sostengono che potrebbe essere compatibile con un impiccamento ma non possono escludere uno strangolamento". L'avvocato Decina ha poi annunciato: "Presenteremo opposizione all'istanza di archiviazione".

"Più andiamo avanti più si infittisce di ministero la situazione. L'archiviazione mi sembra inaccettabile e mi sembra che ci sia del losco fin dall'inizio su questa vicenda". Così Marisa Dal Corso, sorella del detenuto romano che fu trovato morto nella sua cella a Oristano, durante una conferenza stampa alla Camera. Poi aggiunge: "E' stato trovato un ematoma molto evidente nell'interno coscia destra che, come tutto il resto autopsia, può essere compatibile sia con una lesione provocata da terzi che da altro. Abitualmente lo fanno con calci, lo sappiamo tutti". E rivela: "Non è stato mai detto che durante l'autopsia è stata trovata nella bara una bustina chiusa ai suoi piedi con gli indumenti che indossava al momento del ritrovamento. Di foto di mio fratello nudo non è stata fatta neanche una. Mi chiedo perché togliere questi indumenti per mettergli solo una tuta e mettere gli indumenti in una bara? Generalmente o si buttano o si ridanno indietro come è stato fatto per tutto il resto. Più si va avanti più emergono dati strani. Faremo opposizione per chiedere la riapertura delle indagini". E assicura: "Continuerò ad andare avanti perché conosco mio fratello e perché mi continuano ad arrivare messaggi da persone sarde che dicono che mi dicono di familiari malmenati in quel carcere che chiamo lager".

"Qui si tratta di giustizia negata, esattamente ieri era l'anniversario della morte di Stefano 15 anni fa. Marisa Dal Corso chiede prima che giustizia, verità. Negarla vuol dire negare il valore a quella vita". A dirlo la senatrice Ilaria Cucchi durante la conferenza stampa al Senato sulla morte di Stefano Dal Corso, avvenuta nel carcere di Oristano a ottobre 2022. Per Cucchi, "garantire l'autopsia tutela non solo le vittime ma anche le istituzioni stesse. Avevo annunciato che avrei presentato un disegno di legge per introdurre l'obbligo dell'autopsia in caso morte sospetta in carcere e l'ho presentato a febbraio - dice -. Nei giorni scorsi quel disegno di legge è stato assegnato alla Commissione giustizia del Senato". Un disegno di legge che, assicura il deputato Roberto Giachetti, "sottoscriverò perché il carcere è un ambiente in cui è interesse dello Stato accertare le cause della morte di un detenuto, perché è una persona assegnata allo Stato. Chi non ha autorizzato in partenza l'autopsia immediata sul corpo di Stefano Dal Corso si è assunto la responsabilità di lasciare a vita un dubbio anche per quanto riguarda le responsabilità dello Stato".

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