Dal calo di oltre il 50% delle
nocciole, alle pecore sbranate dai lupi che stanno uccidendo
migliaia di ovini e caprini, con perdite che arrivano fino a 250
mila capi e pastori costretti a dormire in auto per sventare
attacchi ai loro allevamenti allo stato brado, fino al latte di
bufala congelato che arriva dall'estero, utilizzato per
realizzare le mozzarelle con il fusore. Sono solo alcuni dei
problemi sollevati da Coldiretti Lazio, che ha chiesto
all'assessore regionale all'Agricoltura, Giancarlo Righini, dei
tavoli di crisi su questa questione. È quanto si legge in una
nota dell'associazione.
"Siamo pronti alla mobilitazione - spiega il presidente di
Coldiretti Lazio, David Granieri - Continuiamo da mesi a
sollecitare l'assessore competente affinché affronti le numerose
problematiche che affliggono il mondo agricolo, ma non abbiamo
ricevuto alcuna risposta. Ecco perché chiediamo l'intervento del
presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. La situazione
per i nostri agricoltori è drammatica, con cali della produzione
che non arrivano a coprire neanche i costi. E questo accade per
diverse filiere, dalle nocciole al latte di bufala, solo per
citarne alcune, fino alla fauna selvatica, che sta devastando i
raccolti e aggredendo i capi ovini e caprini".
La prima richiesta di Coldiretti Lazio relativa alla
convocazione di un Tavolo di crisi inviata all'assessore
regionale all'Agricoltura Giancarlo Righini, risale allo scorso
24 settembre, nella quale si chiedeva uno stop al latte di
bufala congelato, ma anche alla cagliata estera e all'utilizzo
improprio del fusore e uno stanziamento di 15 milioni di euro da
destinare agli allevatori e per la polverizzazione del latte
congelato. A cui ha fatto seguito un esposto presentato da
Coldiretti Lazio alla Repressione Frodi e la richiesta di un
ulteriore Tavolo di crisi per il settore delle nocciole, con un
calo registrato che supera il 50% in meno del raccolto, con
punte del 70% in alcune zone e lo stanziamento di 5 milioni di
euro per un fondo mutualistico. Altri 5 milioni di euro sono
stati richiesti per realizzare un piano di ricostruzione del
patrimonio ovicaprino.
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