Stretta della Direzione Marittima
di Livorno sui controlli dei prodotti della pesca importati da
altri Paesi e commercializzati in Italia. Due importanti
operazioni, coordinate dalla Direzione Marittima di Livorno al
Comando dell'Ammiraglio Gaetano Angora, sono state eseguite tra
la Toscana e le Marche e hanno visto impegnati i militari della
Guardia costiera di Livorno, Venezia, Ancona e San Benedetto del
Tronto, congiuntamente ai funzionari dell'Agenzia delle Dogane e
dei Monopoli (Adm) di Livorno in servizio presso il Reparto
antifrode.
In una verifica svolta a un terminal del porto di Livorno,
l'attenzione degli investigatori si è concentrata su una grossa
partita di prodotti ittici congelati provenienti dal Senegal,
importati in container refrigerati. Dentro sono state
individuate varie specie ittiche, tra le quali polpo
Indopacifico, Halibut, Pesce Pettine e Seppie, per un totale di
circa 35 tonnellate. I pesi verificati e le specie ispezionate
risultavano nettamente differenti rispetto a quelle indicate
nella certificazione di cattura e nei documenti di tracciabilità
presentati alla dogana. È stato pertanto necessario procedere
con lo svuotamento totale dei container per ottenere un
riscontro oggettivo e preciso della merce importata.
Quest'ultima operazione è stata eseguita, in prima battuta,
presso il porto di Livorno e terminata, a seguito del
trasferimento della merce, presso la sede dell'importatore, dove
sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto di San
Benedetto del Tronto e i funzionari della locale sede operativa
territoriale coordinata dall'Ufficio delle Dogane di Civitanova
Marche. L'intera merce è stata sottoposta a sequestro
amministrativo e all'importatore è stata comminata una sanzione
pecuniaria.
La seconda operazione è scaturita invece da un'attività
investigativa condotta inizialmente dalla guardia costiera di
Venezia che ha puntato i riflettori sull'autenticità delle
informazioni presenti su confezioni di polpi provenienti
dall'India trovati sul mercato veneto e distribuiti da un
importatore di Firenze. Dalle analisi del Dna eseguito su alcuni
campioni risulta che il genere e la specie dei cefalopodi
indicati nella documentazione di tracciabilità erano differenti
rispetto a quelli destinati al commercio. L'intera partita,
corrispondente a circa 37 tonnellate è stata sottoposta a
sequestro amministrativo. L'importatore, sanzionato, deve
giustificare il motivo della predetta irregolarità altrimenti la
merce gli viene confiscata.
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