"Se avesse assunto tutto
l'alcol che lei ha dichiarato sarebbe stata in una condizione di
quasi coma etilico". Secondo quanto appreso è quanto affermato,
nell'udienza a porte chiuse, dal medico legale Marco Salvi,
consulente della difesa chiamato in aula a Tempio Pausania per
esporre le sue analisi svolte sulla base delle dichiarazioni
della studentessa italo norvegese, presunta vittima di violenza
sessuale di gruppo nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019
nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo a
Porto Cervo. La consulenza di Salvi contribuirebbe così alla
linea portata avanti dal pool di avvocati della difesa degli
imputati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed
Edoardo Capitta. Una linea secondo la quale la testimonianza
della ragazza non sarebbe attendibile.
Per il medico legale la ricostruzione delle assunzioni di
alcol "non sono realistiche", perché "smentite da elementi
precisi come le condizioni di malessere in cui si sarebbe dovuta
trovare la presunta vittima, i filmati dei cellulari in cui si
vede un individuo che ha un'autonomia posturale che altrimenti
non sarebbe spiegabile". La giovane, anche nell'udienza di un
anno fa, aveva dichiarato di aver consumato alcol nel corso
della serata trascorsa in Costa Smeralda, prima con amici nel
lounge bar Zamira della Promenade du Port di Porto Cervo, poi
nella discoteca Billionaire dove aveva incontrato il gruppo di
genovesi. Stando alla ricostruzione e allo studio del consulente
Marco Salvi, però, quella quantità di alcol descritta sarebbe
stata ampiamente superiore ai 4 grammi per litro, quindi "quasi
coma etilico".
Il medico legale ha poi analizzato le fotografie che
ritraevano dei lividi presenti sul corpo della presunta vittima.
Lividi che, stando alle sue confutazioni dell'esperto, non
sarebbero compatibili con la stretta da parte di mani, ma
sarebbero segni posteriori all'episodio di metà luglio.
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