Con la deposizione dei primi
due testimoni dell'accusa, i militari che all'epoca si
occuparono delle indagini, si è aperto oggi a Tempio Pausiana il
processo ai vertici di tre dei più noti locali notturni della
Costa Smeralda, ai quali la procura contesta a vario titolo i
reati di epidemia colposa e violazione delle norme anti contagio
legate alla diffusione del Covid 19 nell'estate del 2020. Una
trentina i lavoratori delle discoteche infettati dal virus.
Sotto processo ci sono l'amministratore della società
Billionaire srl, Roberto Pretto, il proprietario del Phi Beach
di Baja Sardinia, Luciano Guidi, e l'amministratore del Country
Club di Porto Rotondo, Franco Carrington, a cui sono legate le
società Medex srl e Eurfun srl.
Davanti al collegio presieduto da Caterina Interlandi, sono
stati ascoltati i primi due testi della pm Noemi Mancini, si
tratta dei carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Sassari
che su delega della Procura di Tempio avevano condotto
l'attività investigativa e di ricerca, partita a seguito di
alcuni servizi giornalistici sulla movida in piena emergenza
Covid in Costa Smeralda, e supportata dalla grande mole di
immagini e video estrapolati da decine di profili sui social
network
Nell'estate in cui il Governo aveva dato il via libera alla
riapertura del locali dopo i lockdown decisi per arginare il
diffondersi del virus, il Bilionaire, il Phi Beach e il Country
Club, videro una grande affluenza di giovani che sfociò in
numerosi casi di contagio da Covid. I due investigatori
dell'Ispettorato hanno confermato le accuse a carico delle
discoteche, parlando di "assembramenti di persone" e di
"personale senza mascherina o con la mascherina indossata male",
tutto in violazione delle norme anti contagio che prevedevano
innanzitutto l'obbligo di distanzaimento, ignorato nei locali.
Il processo è stato aggiornato all'11 dicembre prossimo.
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