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Migranti: sulla convalida del trattenimento deciderà la Corte d'Appello

Migranti: sulla convalida del trattenimento deciderà la Corte d'Appello

Emendamento FdI taglia fuori i giudici della sezione immigrazione

13 novembre 2024, 18:48

di Massimo Nesticò

ANSACheck
TARGA AULA CORTE APPELLO PERUGIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

TARGA AULA CORTE APPELLO PERUGIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il governo tira diritto sull'operazione Albania e vuole cambiare i giudici che decidono sulla convalida del trattenimento dei migranti portati al centro di Gjader: non toccherà più ai magistrati della sezione immigrazione del tribunale di Roma, che finora hanno liberato tutti i 19 richiedenti asilo valutati, ma alla Corte d'appello in composizione monocratica. La novità è contenuta in un emendamento al decreto flussi presentato nella tarda serata di martedì dalla relatrice Sara Kelany (FdI).

Nessun cambio di linea, dunque, ma un nuovo aggiustamento normativo dopo il decreto sui Paesi sicuri dello scorso 23 settembre che non è però servito a far passare i trattenimenti.

La presidente Giorgia Meloni è intenzionata a portare avanti il progetto firmato con l'amico premier albanese Edi Rama.

Trasportare i richiedenti asilo in Albania è ritenuto fondamentale per l'effetto deterrenza sulle partenze. Finora è stata la sezione immigrazione del tribunale della Capitale ad esprimersi sulla convalida dei trattenimenti disposti dalla questura. Magistrati esperti del tema che avrebbero, secondo le voci critiche della maggioranza, un orientamento pregiudizialmente favorevole ai migranti contrastando così la strategia dura del governo. Uno scoglio non superabile: si è visto con il flop dei primi due trasferimenti. Ed ecco la nuova carta messa sul tavolo: l'emendamento di Kelany al decreto flussi modifica la legge 46 del 2017 spostando alla Corte d'appello - presieduta a Roma dal giudice Giuseppe Meliadò - la competenza sulla convalida sui trattenimenti. Contro la pronuncia della Corte è ammesso il ricorso alla Cassazione.

Critica l'opposizione. "Mentre Meloni tace e non difende la nostra sovranità dall'attacco di Musk - afferma Debora Serracchiani - i suoi, con il favore delle tenebre, agiscono contro la magistratura. Siamo davanti a un mostro giuridico mai visto, cambiano i giudici invece di riflettere sull'assurdità dell'accordo Italia-Albania".

Secondo Riccardo Magi (+Europa), "per mascherare il fallimento dell'esperimento albanese governo e maggioranza continuano a intervenire compulsivamente e in modo isterico sulla normativa". Cautela sull'emendamento arriva da Forza Italia. "Questa proposta - spiega Pierantonio Zanettin - potrebbe avere una sua astratta plausibilità per risolvere i contrasti giurisprudenziali emersi nei giorni scorsi, ma credo che necessiti ancora di un approfondimento di natura tecnica. Nei prossimi giorni ci confronteremo con il ministro Nordio".

Immediato arriva invece l'altolà dall'Anm. Per il segretario Salvatore Casciaro, la norma renderà "meno celere la definizione dello status dei richiedenti asilo, col rischio di allungare anche i tempi di permanenza di coloro che non hanno titolo per restare in Italia". Ed inoltre, aggiunge, si ingolferanno le Corti d'appello "già oltremodo oberate".

Il decreto flussi è atteso in Aula per il 26 novembre. Dovrà poi passare al Senato per l'approvazione definitiva. Si vedrà se la Libra - ora ormeggiata a Messina - tenterà la sorte una terza volta con un esito che parrebbe scontato, con le norme in vigore. Nel frattempo c'è attesa per la Cassazione che il 4 dicembre è chiamata a decidere se i giudici possono mantenere discrezionalità nella valutazione di un Paese sicuro o dovranno semplicemente attenersi alla lista del governo.

Intanto, i 7 richiedenti asilo trasferiti dall'Albania sono ospitati nel Cara di Brindisi. "Abbiamo inviato una Pec alla prefettura per accedere al centro per poter assisterli legalmente in quanto hanno solo 14 giorni per fare ricorso" contro il diniego della domanda "e cinque giorni sono già passati", spiega Anna Caputi dell'Arci, aggiungendo che gli stranieri "non hanno neanche un telefono per chiamarci". 

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