Si chiamano micro aggressioni e
sono espressioni verbali, atteggiamenti e comportamenti che
comunicano messaggi ostili. Sono vere e proprie aggressioni
verbali che, per il modo subdolo con cui avvengono, a volte sono
difficili da riconoscere ma provocano frustrazione e impotenza,
per chi le riceve e per chi assiste, anche se spesso vengono
liquidate da chi le attua con un: "ma dai, era solo una
battuta!".
Secondo un'indagine realizzata da Nespresso, che ha coinvolto
la business community di LinkedIn esterna all'azienda, il 62% di
chi ha risposto è stato vittima di micro-aggressioni e il 70% vi
ha assistito almeno una volta. Si tratta di commenti e
allusioni, più o meno dirette, che nel 41% dei casi si concentra
sul genere delle persone (sessismo), ma anche sull'età (ageismo)
e sull'aspetto fisico (bodyshaming), rispettivamente per il 18 e
il 15%. Sono discriminazioni che nell'80% dei casi non vengono
classificate come tali per via della scarsa consapevolezza nei
luoghi di lavoro di cosa siano le micro-aggressioni, ma che
contribuiscono a scaturire in chi le subisce, e in chi vi
assiste, disagio e rabbia (è così per più di 1 persona su 4).
"Quello delle discriminazioni è un tema che in Nespresso da
sempre ci impegniamo ad affrontare con l'obiettivo di lavorare
sulla cultura del rispetto e dell'inclusione - ha detto Simona
Liguoro, Direttrice HR di Nespresso Italiana -. Le
micro-aggressioni verbali rappresentano una parte di questo
fenomeno, spesso sottovalutato, su cui riteniamo sia importante
definire i confini".
L'indagine, realizzata con la consulenza di Chiara Bisconti,
Consulente di Risorse Umane ed esperta in Dei e Valentina
Dolciotti, formatrice e consulente per le tematiche di Diversità
& Inclusione nonché fondatrice di DiverCity magazine, ha
l'obiettivo di comprendere meglio il fenomeno e contribuire a
migliorare la consapevolezza da parte delle aziende, tracciando
un percorso di azione e un glossario per riconoscerle. "È
necessario fare formazione, promuovere dialoghi all'interno
dell'azienda, attivare l'ascolto. Per arrivare a capire che le
aziende possono essere comunità di persone che si aiutano, si
supportano e collaborano, rispettandosi sempre." ha sottolineato
Chiara Bisconti.
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