Unire le forze contro il "fallimento collettivo" della violenza di genere. Portando avanti una battaglia, in nome di Giulia, per tutte. Questo il messaggio che Gino Cecchettin ha lanciato oggi in memoria della figlia, a un anno dalla notizia della sua uccisione.
E lo ha fatto presentando la Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati. L'appello all'unità nella lotta ai femminicidi e alla violenza sulle donne si è però scontrato con la polemica politica, dopo le parole dette dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara nel videomessaggio trasmesso nel corso della cerimonia: "Deve essere chiara a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso. Occorre non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale", la dichiarazione del ministro che mette in relazione i casi di violenza sessuale ad un aumento dell'immigrazione illegale, dopo aver anche redarguito la lotta ideologica al patriarcato: "I percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi" ma ad "affermare una personale visione del mondo.
"E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato", ha affermato. Se il papà di Giulia ha parlato di valori su cui "ancora confrontarsi", è Elena Cecchettin, a dare una risposta più netta, ricordando che la sorella un anno fa fu uccisa da un ragazzo "bianco, italiano e 'perbene'": "Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro? Dico solo che forse, se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e 'per bene', si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro Paese ogni anno".
E a tuonare contro Valditara arrivano le opposizioni. Il segretario di +Europa Riccardo Magi ha parlato di "affermazione smentita da ogni statistica" e di una "spudorata strumentalizzazione razzista". Chiara Braga del Pd ha ritenuto "inaccettabili" le dichiarazioni di Valditara, Solo "propaganda, la stessa della peggiore destra nel mondo", ha detto la deputata. Sulla stessa linea il presidente dei senatori dem Francesco Boccia definendo quelle parole "agghiaccianti e indegne per un ministro dell'Istruzione".
Elisabetta Piccolotti di Avs ha sottolineato: "Valditara ha scelto di ricordare Giulia Cecchettin facendo affermazioni imbarazzanti, sostenendo che il patriarcato non esiste" o dando responsabilità "all'immigrazione illegale" mandando un messaggio "sbagliato e pericoloso" soprattutto alle giovani generazioni. "Non si capisce perché la sinistra la butti sempre in rissa", replica Valditara sottolineando che il patriarcato "non esiste più dalla riforma del 1975", esiste il "maschilismo contro cui si deve lottare".
Oltre le polemiche la giornata era per Giulia, per la sua fondazione e per tutte le vittime. Sostegno all'iniziativa è arrivato in un messaggio dal cardinal Matteo Zuppi, ricordando che l'amore non è mai "possesso". Ed il vicepresidente della Camera, esponente di Forza Italia, Giorgio Mulé, ha chiesto unità, aprendo la cerimonia con commozione, rimarcando l'appello a una battaglia che non deve fare "differenza tra partito e ideologia", dicendo agli uomini che "nessuno si chiami fuori".
Il messaggio da ricordare, insomma, è quello di Gino: "Non possiamo permetterci di essere indifferenti o voltare lo sguardo altrove. È il tempo di unire le forze", le parole commosse di Cecchettin. "Quando si affrontano tragedie tali, la vita ti sorprende sempre dandoti scopi nuovo. E oggi oltre un omaggio a Giulia" quello della fondazione "è un impegno che riguarda il coinvolgimento di ciascuno di noi". Il compito che avrà l'associazione è quello "di educare per produrre un cambiamento". E questo va fatto perché "la violenza di genere è frutto di un fallimento collettivo: non è solo una questione privata. E dobbiamo educare le nuove generazioni", l'appello del padre di Giulia.
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