Da oltre due settimane non si sa
più niente di Ahoo Daryaei, la studentessa iraniana arrestata
sabato 2 novembre dopo che, per protestare contro l'obbligo del
velo, si è spogliata dei vestiti rimanendo in biancheria intima
nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca
dell'università Azad di Teheran. Per tenere alta l'attenzione
sulla ragazza, che pare sia stata rinchiusa in un istituto
psichiatrico, l'artista sardo della sabbia, Nicola Urru, ha
realizzato un'enorme altorilievo sulla spiaggia Sassarese di
Platamona che mostra la ragazza a braccia conserte alcuni
momenti prima dell'arresto, proprio come nel video diventato
virale sui social.
"Esistono ancora località in questo mondo dove si dà caccia
alle streghe, dove si tagliano le ali alle fate, dove per chi
esprime libertà, viene dato il nome 'pazzia' - scrive Urru su
Fb - L'avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era
fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che lo coprisse come
si deve. Uno sguardo di ammonizione, una regola ripetuta, e un
comando che pesava come catene invisibili. Ma invece di
abbassare lo sguardo, di tirare quel velo come le avevano detto,
si toglie il velo. Poi la giacca, la camicia. Strato dopo
strato, libera la pelle, si scrolla di dosso le catene. Nel
cuore pulsante di Teheran, nel cortile dell'università,
#AhouDaryaei rimane in biancheria intima, ma rivestita di un
coraggio e una dignità che superano ogni stoffa - aggiunge - Gli
sguardi si accalcano su di lei: alcuni pesanti, di giudizio;
altri increduli, come se stessero respirando libertà per la
prima volta. Lei è una nota stonata in un coro di silenzi, un
punto esclamativo in un libro di regole immutabili. Arrivano per
spegnere la sua fiamma, ricoperti di divise che trasudano
conformità. La afferrano con forza, la trascinano via, mentre
lei resta muta, forte come una roccia. La portano in un luogo
dove sperano di spezzarla, di soffocare quel fuoco indomabile.
La trasferiscono in un ospedale psichiatrico, dove tentano di
etichettare come 'follia' il suo desiderio di libertà. Ma non
capiscono che le idee non si possono ammanettare, né chiudere in
una stanza bianca". conclude l'artista
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