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Cecchettin invita Valditara a confronto 'dati alla mano'

Cecchettin invita Valditara a confronto 'dati alla mano'

Il padre di Giulia, no alla propaganda su patriarcato e femminicidi

20 novembre 2024, 20:20

Emanuela De Crescenzo

ANSACheck
Gino Cecchettin - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gino Cecchettin - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro Giuseppe Valditara rimane il protagonista, suo malgrado, del dibattito politico sulla violenza contro le donne. Ma rispetto agli ultimi due giorni si registrano aperture e precisazioni. Gino Cecchettin, padre di Giulia uccisa un anno fa dall'ex fidanzato, ha espresso il desiderio di confrontarsi con il titolare del dicastero dell'Istruzione e la premier Meloni "numeri alla mano" sul patriarcato dopo le parole di Valditara che lo negavano, "come fenomeno giuridico", e sulla relazione tra immigrazione illegale e violenze di genere.

 

 

 

 "La violenza va combattuta senza fare propaganda", ha aggiunto. Valditara ha raccolto l'invito, perchè "lo scopo comune è combattere ogni forma di violenza" e precisando di non avere mai detto che "il femminicidio è colpa degli immigrati". Ma la diversità di posizioni all'interno del Governo oggi si è manifestata con la presa di posizione della ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella: "Penso che il patriarcato esista. Esistono anche nuove forme, però certamente nel mondo occidentale le vecchie forme sostanzialmente si stanno slabbrando, sono in decadenza, resistono in altre culture e in altri Paesi".

Dello stesso avviso anche la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio Martina Semenzato: "Sì il patriarcato ha ancora delle radici ma per fortuna le lotte al femminile lo hanno destrutturato" aggiungendo che "i dati ci dicono ad oggi che i femminicidi riguardano uomini italiani. Però va fatta una riflessione profonda: sono in aumento i reati culturalmente e religiosamente orientati". Sollecitato a commentare le parole di Valditara, il ministro delle Esteri Antonio Tajani risponde: "Io ho il mio linguaggio, altri hanno il loro linguaggio".

Chi difende Valditara è il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli: è stato sottoposto ad un "linciaggio inaccettabile'' sottolinea per poi aggiungere: "l'unico patriarcato che esiste è quello islamico". Ieri era stata la Meloni a fornire un aiuto al ministro dell'Istruzione e di questo la segretaria del Pd Elly Schlein si è detta sorpresa ed ha definito "grave" che la maggioranza abbia deciso di rinviare il voto sul tema della violenza di genere al 25 novembre.

E proprio quando tutti vogliono mettere sul tavolo numeri e dati del fenomeno, complice non il dibattito ma l'avvicinarsi del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, dai dati del Dipartimento di Pubblica sicurezza relativi al 2023, risulta che dei 5.832 autori di violenze sessuali in Italia 2.524 sono stranieri, quindi la minoranza, ovvero il 43% del totale. Diminuisce la quota degli stranieri responsabili di atti persecutori, 3.332 su 18.043 totali pari al 18,5%, e autori di maltrattamenti contro familiari o conviventi, 7.824 stranieri su 27.659 pari al 28%. Sono invece in maggioranza stranieri, 25 su 33, i segnalati per costrizione o induzione al matrimonio.

 

Di contro dal report diffuso dall'Istat emerge che le donne si sentono più a rischio degli uomini: il 38% teme gli stupri, il 19% non esce la sera e a sentirsi più insicure sono le ragazze tra i 14 e i 24 anni. Valditara è stato anche il bersaglio di alcune scritte apparse sulle mura esterne del ministero: "Valditara dimetti. Valditara fai schifo non puoi patriarcare per sempre" ed ancora "104 morti di stato non è l'immigrazione ma la vostra educazione". Scritte che per la premier Meloni sono un gesto "vile e inaccettabile", mentre per la ministra alle Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella "non si può brandire l'educazione al rispetto come slogan per poi contraddirla nei fatti. A Valditara la mia solidarietà".

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