Accelera il progetto del Governo di
affidare alle Corti di Appello, in composizione monocratica, la
competenza dei "procedimenti" di "convalida" del "trattenimento"
o di "proroga del trattenimento" del migrante che richiede la
"protezione internazionale". Mercoledì è arrivato il via libera
dalla commissione Affari Costituzionali della Camera
all'emendamento della relatrice al decreto Flussi. Procedure,
quindi, che non spetterebbero più alla sezione specializzata in
materia di Immigrazione del Tribunale, alla quale resta invece
la competenza per le controversie "aventi ad oggetto
l'impugnazione dei provvedimenti" per il "mancato riconoscimento
dei presupposti per la protezione speciale".
L'iniziativa della maggioranza ha già incassato le aspre
critiche dell'Anm che lamenta i rischi di un pesante aggravio di
lavoro tanto che, a dire del sindacato delle toghe, le Corti
potrebbero dovere affrontare "la sopravvenienza di 30.000
procedimenti all'anno, da definire peraltro in tempi
ristrettissimi". Preoccupazioni condivise anche dai presidenti
delle Corti di Appello che nei giorni scorsi hanno inviato una
lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in
cui parlano di "disastro annunciato".
Per i penalisti italiani il trasferimento di competenza
"lascia sul tappeto la questione non irrilevante della
organizzazione di uffici che vengono gravati da una mole di
procedimenti tale da condizionarne l'efficienza complessiva".
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