"Il futuro degli studenti non deve
avere colori politici, l'accesso alla facoltà di Medicina è un
beneficio per tutti, indipendentemente dal colore politico. I
decreti delegati ci saranno, ci sarà il passaggio in Parlamento,
stiamo lavorando per poter avere nel 2025-206 questo nuovo
modello". Così la ministra dell'Università Anna Maria Bernini,
questa sera in Senato sulla riforma dell'accesso ai corsi di
Medicina.
"Quando il Parlamento si esprime ed esprime criticità - ha
detto Bernini dopo gli interventi dei gruppi parlamentari - il
governo doverosamente ne tiene conto. Abbiamo voluto eliminare i
test, questo tema ci vede tutti uniti: i test verranno stati
aboliti per sempre, i Tolc non esisteranno più: la preparazione
era molto costosa, con il pessimo, orribile, deprecabile mercato
dei Tolc e comunque dei test. I giovani erano costretti a
prepararsi non su test di merito ma su test a crocette e questa
è una vera perdita di tempo", ha osservato la ministra.
"L'altro motivo di eliminazione dei test è il fatto che non è
nè formativo nè propedeutico: per questo non abbiamo pensato a
modelli già esistenti ma ad un nostro modo di interpretare il
semestre che consentisse a tutti gli studenti di creare un
bagaglio formativo che rappresenterà per loro un file di
esperienze sempre attivabile", ha proseguito.
"Altro motivo scriminante di intervento è la necessità di
eliminare l'esilio universitario: costringevamo, sulla base di
un test che equivaleva al lancio di una monetina, fortuna pura,
a fare scelte costose di uscita dal nostro paese e dalla qualità
alta della nostra offerta formativa; così abbiamo esiliato tanti
studenti.
Faremo i decreti delegati che ripasseranno al vaglio del
parlamento. Abbiamo creato un gruppo di lavoro che deve
ragionare sui decreti delegati: sono tutti i presidenti dei
corsi di laurea coinvolti in questa riforma. Il modello nuovo
deve essere supportato da finanziamenti", ha detto ancora
Bernini, secondo la quale la valutazione dei fabbisogni del
numero di medici va fatta di anno in anno. "Il numero chiuso non
lo abbiamo abolito ma allargato, l'obiettivo è aumentarlo
progressivamente in modo sostenibile, proseguendo ancora in
questo senso" . La ministra poi ha ribadito che mai sono stati
tagliati 800 milioni di euro all'università, "il Fondo ordinario
2025 è più alto del 2023". E inoltre "abbiamo un approccio
gesuitico nei confronti del diritto allo studio: abbiamo messo
880 milioni, numero record, sulle borse di studio. Mettiamo a
sistema questi elementi, non fingiamo che le università siano
sotto-finanziate, tutte sono in avanzo di bilancio di 950
milioni, nessuna è in passivo".
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