E' stata fissata per il 29 gennaio
l'udienza in Cassazione per decidere se il procedimento sul caso
Visibilia che vede accusata, tra gli altri, la ministra del
Turismo Daniela Santanchè di truffa aggravata ai danni dell'Inps
sulla cassa integrazione nel periodo Covid potrà proseguire a
Milano con l'udienza preliminare, rinviata a fine marzo, e con
la decisione sul rinvio a giudizio o meno. Oppure se gli atti
dovranno passare a Roma e in quel caso si tornerà indietro alla
fase prima della chiusura indagini e dell'esercizio dell'azione
penale da parte dei pm.
La gup di Milano Tiziana Gueli, infatti, lo scorso 23
ottobre, dopo un'istanza della difesa della senatrice di FdI,
assistita dai legali Nicolò Pelanda e Salvatore Sanzo, ha
deciso, anche sulla base di norme della riforma Cartabia, di
rivolgersi alla Cassazione, che dovrà stabilire se la competenze
territoriale a giudicare sia in capo ai magistrati del capoluogo
lombardo o a quelli della Capitale. Roma, secondo la tesi
difensiva, è il luogo in cui è stato effettuato il primo
pagamento ad uno dei dipendenti Visibilia, relativo alla cassa
integrazione, ossia su un conto bancario romano. Mentre la
Procura ipotizza una presunta truffa con una condotta
"continuata" su tutti i dipendenti e con l'ultimo pagamento su
un conto a Milano di un altro dipendente.
La giudice, in merito "alla individuazione del tempo e del
luogo del commesso reato", ha ritenuto "preferibile" la tesi dei
pm Marina Gravina e Luigi Luzi del "reato a consumazione
prolungata" in quanto i versamenti mensili del contributo
speciale a ciascun lavoratore si presentano come una "condotta
unitaria" e quindi sussiste la continuazione. Ha deciso,
comunque, di sottoporre la questione al vaglio della Suprema
Corte e la seconda sezione penale ha fissato udienza "in camera
di consiglio senza la presenza delle parti".
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