Il boss della mafia garganica Marco
Raduano, fuggito dal carcere di Nuoro il 24 febbraio 2023 e poi
arrestato in Corsica nel febbraio di quest'anno, ha passato,
subito dopo l'evasione, tre giorni una cantina di un'abitazione
a Nuoro, alcuni giorni nelle campagne Bitti (Nuoro) e poi 4 mesi
in una tenda nelle campagne di Padru, in una zona impervia della
Gallura. Qui è rimasto almeno sino a giugno, il tempo per
organizzarsi la fuga in Corsica. Dall'isola francese è poi
passato in Spagna, dove ha trovato il suo braccio destro
Gianluigi Troiano, che è stato arrestato nel gennaio 2023. In
quel momento Raduano è dovuto tornare in Corsica dove è stato
arrestato l'1 febbraio 2024. E' questa la ricostruzione della
latitanza di Raduano fatta in una conferenza stampa in Questura
a Nuoro dove è emerso che complessivamente nell'inchiesta gli
indagati sono 58 tra Sardegna, Puglia e Veneto e Corsica.
Secondo le indagini è emerso che Raduano ha potuto contare su
una serie di fiancheggiatori sin dall'interno del carcere, a
partire da un agente della polizia penitenziaria. Il boss aveva,
infatti, a disposizione telefoni cellulari, un gancio prelevato
dalle officine del carcere che gli ha permesso si scavalcare il
muro di cinta con le lenzuola annodate e tutta una serie di
doppioni di chiavi della struttura.
Tra i 14 arrestati ci sono residenti nelle province di Nuoro,
Sassari e Venezia, ma anche a Bastia, alcuni dei quali originari
del focciano che hanno fornito assistenza materiale - anche
economica - per la fuga. Qualcosa, però, non ha funzionato al
momento dell'evasione: Raduano forse si aspettava di trovare un
complice all'esterno del carcere di Badu 'e Carros, ma così non
è stato. Ecco perché ha dovuto attendere nascosto in una cantina
a Nuoro.
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