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Potrebbe tornare a Roma l'indagine di Perugia su dossieraggi

Potrebbe tornare a Roma l'indagine di Perugia su dossieraggi

Sentenza della Cassazione su competenza dei magistrati della Dna

PERUGIA, 05 dicembre 2024, 17:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrebbe tornare a Roma l'indagine in corso a Perugia sugli accessi alle banche dati della Dna partita da una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto. La Cassazione, pronunciandosi su un altro caso, ha stabilito che per i magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha sede nella capitale, non è previsto lo spostamento di un fascicolo che li riguardi sia come indagati sia come persone offese. Per i magistrati applicati alle Dda presso le altre procure, invece, si applica l'articolo 11 del codice di procedura penale e, dunque, vale lo spostamento dell'indagine alla procura competente. La sentenza, la numero 3300 - risulta all'ANSA - è stata da poco depositata.
    Esaminando un procedimento per diffamazione e calunnia in danno tra l'altro di un magistrato in servizio alla Dna, i giudici della Cassazione hanno stabilito la competenza della Corte d'appello di Roma. Che nel giugno del 2021 aveva dichiarato la propria incompetenza trasmettendo gli atti a Firenze. La Corte d'appello del capoluogo toscano aveva però sollevato conflitto negativo di competenza sostenendo che ai magistrati in forza alla Direzione nazionale antimafia non si applica la regola dell'articolo 11, salvo che non siano applicati a una procura distrettuale. Tesi fatta propria dalla Cassazione che stabilito la competenza di Roma.
    La decisione della Cassazione rischia quindi di avere ripercussioni anche sull'indagine dei magistrati di Perugia che coinvolge l'allora sostituto della Procura nazionale Antimafia Antonio Laudati e il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano. Le difese hanno infatti già posto la questione della competenza, chiedendo il trasferimento degli atti a Roma, al Tribunale del riesame del capoluogo umbro che sta esaminando il ricorso della Procura guidata da Raffaele Cantone contro il provvedimento del gip che ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari per i due indagati.
   

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