E' iniziata la battaglia contro
l'insediamento di un Cpr nelle Marche, a Falconara Marittima,
con la prima iniziativa della 'Campagna contro la detenzione
amministrativa-No Cpr Marche'. Circa 200 militanti, secondo gli
organizzatori, si sono dati appuntamento questa mattina sotto la
sede della Regione Marche per protestare contro quelli che
definiscono "luoghi dove alcune persone vengono private della
libertà per il loro luogo di nascita, senza che abbiano commesso
alcun tipo di reato".
Davanti al palazzo della Regione sono stati posizionati
"cavalli di frisia e filo spinato a circondare l'edificio, uno
striscione a caratteri cubitali calato dalla terrazza e una
scritta di vernice bianca vergata sull'asfalto "No Cpr": azioni
simboliche "per indicare le responsabilità della Regione nel
tentativo di realizzare un Cpr a Falconara".
I Cpr - spiegano - sono un problema che viene da lontano, la
loro istituzione risale al 1998, quando i centri di detenzione
per migranti vennero istituiti dal governo Prodi. È urgente
opporsi alla loro costruzione: bloccare quello che vogliono
costruire a Falconara, boicottare i nuovi centri in Albania e
continuare ad adoperarsi per la chiusura di quelli già
esistenti. Questi Centri servono per consolidare una condizione
inferiorità legale, intimidazione, ricattabilità e sfruttamento
per le persone straniere. Secondo la 'Campagna' "le violazioni
dei diritti umani non sono semplicemente uno 'spiacevole effetto
collaterale' da mitigare o correggere. Per loro conformazione,
non possono essere corretti e umanizzati: vanno chiusi".
La mobilitazione contro la detenzione amministrativa comincia
ora e - annunciano - proseguirà con un unico obiettivo: nessun
Cpr nè nelle Marche nè altrove".
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