Redattore Sociale chiuderà tra un
mese, il 10 gennaio, quando saranno licenziati tutti i
dipendenti e i giornalisti che hanno già pagato la crisi
aziendale, con due anni di pesante cassa integrazione. Redattore
Sociale - dell'editore Comunità di Capodarco - "chiude senza
aver tentato nessuna strada alternativa". A raccontarlo anche
sull'homepage il Cdr e l'assemblea dei dipendenti,
"Da due anni, nonostante le sollecitazioni della redazione,
-scrivono Il Cdr e l'assemblea dei dipendenti - l'editore non ha
cercato nessun'altra soluzione per tenere in piedi un progetto
che considerava ormai concluso. Poco importa che quel progetto
in questi anni abbia raccontato per primo il disagio, economico
e sociale, sempre crescenti nel nostro Paese. Che abbia dato
voce agli emarginati, ai disoccupati, ai lavoratori poveri e a
tutte quelle categorie di persone che, nella convinzione dei
giornalisti di Redattore sociale, erano i primi a dover essere
ascoltati, rilanciati e protetti. Ecco, oggi i disoccupati
siamo noi giornalisti di Redattore Sociale che, senza un lavoro,
rischiamo di precipitare nelle stesse condizioni di disagio
delle persone che abbiamo raccontato tante volte. Noi che ci
troviamo a dover pagare le scelte di un editore che ci vede solo
come un costo aziendale. E che oggi sceglie di mandarci a casa a
condizioni inaccettabili e senza neppure onorare tutte le
spettanze, che garantirebbero, almeno nell'immediato, una vita
più serena a noi e alla nostre famiglie. L'accordo che ci è
stato proposto prevede non solo una significativa decurtazione
delle indennità, ma le vincola alla riscossione di alcuni
crediti. Senza garanzie, dunque, potremmo non avere niente.
Ancora una volta tutto sulle spalle dei lavoratori. Come
giornalisti di Redattore Sociale ci sentiamo di dover denunciare
questa situazione nello stesso modo in cui nel tempo ne abbiamo
denunciate di analoghe".
Per il Cdr "finisce così la storia di Redattore Sociale una
testata piccola ma che, vogliamo credere, in questi anni ha
contribuito a migliorare il modo di fare informazione. Migliaia
di colleghi e colleghe hanno partecipato ai seminari di
Capodarco, si sono formati nel confronto e nello scambio che
quelle giornate offrivano ai professionisti della comunicazione.
Quello che chiediamo oggi all'editore è che almeno si chiuda in
maniera onorevole, dando ai lavoratori quanto spetta per legge.
Senza trattamenti diseguali tra giornalisti, mettendo in pratica
i valori dichiarati negli anni, che oggi - concludono - stridono
con l'accordo farsa proposto ai lavoratori di Redattore
Sociale".
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