Dopo trentadue anni, lo
considera un regalo di "Babbo Natale" che gli ha restituito,
proprio nell'imminenza della festa, la sua Ferrari Testa Rossa
che nel 1992 aveva venduto per 400 milioni di lire a un cliente,
rivelatosi poi un cattivo pagatore.
Protagonista della storia è un imprenditore del settore auto,
Alberto Scaperrotta, 62 anni di Ariano Irpino (Avellino), che
dopo anni di udienze nelle aule dei tribunali, prima di Ariano
Irpino e poi di Benevento, finalmente ha ottenuto il
dissequestro dell'auto che all'epoca dei fatti venne affidata
dalla magistratura a un custode giudiziario.
"Non so se essere felice o piangere - dice Scaperrotta, che è
anche presidente della Scuderia Ferrari di Ariano Irpino -
perché dopo anni di battaglie oggi finalmente torno in possesso
di un'auto prestigiosa che mi ha creato non pochi problemi a
livello fisico, economico ed imprenditoriale. Una volta
dissequestrata, l'auto ha però avuto bisogno di una manutenzione
straordinaria cui nessun custode nel tempo ha mai provveduto. Un
intervento, quantificato in oltre sessantamila euro, che ha
consentito alla Testarossa il ritorno al suo splendore e alla
sua funzionalità".
"Ma a chi compete questo ulteriore pagamento?, si domanda oggi
Scaperrotta.
"Non vorrei aggiungere - conclude - al danno la beffa. Spero che
sia fatta chiarezza in tempi brevissimi".
E a chi gli chiede perché non vende l'auto e recuperare denaro
(oggi sul mercato vale 500mila euro, ndr), Scaperrotta è
categorico: "Ho speso in questi anni oltre tre milioni di euro
ed oggi questa Ferrari Testarossa fa parte della mia vita e me
la tengo stretta".
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