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Addio a Cesare Ragazzi, l'imperatore dei capelli

Addio a Cesare Ragazzi, l'imperatore dei capelli

Negli anni Ottanta divenne famosissimo grazie ai suoi spot in tv

BOLOGNA, 28 dicembre 2024, 19:28

Redazione ANSA

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Cesare Ragazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cesare Ragazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Salve, sono Cesare Ragazzi". Cominciavano così gli spot pubblicitari che negli anni ottanta invasero le televisioni commerciali e resero Cesare Ragazzi un personaggio famosissimo: l'imprenditore bolognese è morto, all'età di 83 anni, a causa di un malore.

Fu uno dei primissimi imprenditori a mettere la propria faccia a servizio della pubblicità del proprio prodotto: un parrucchino con i capelli naturali che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto. Dopo che cominciò a perdere i capelli, infatti, Cesare Ragazzi, che era nato a Bazzano, alle porte di Bologna, nel 1941, cominciò a studiare la questione ed escogitò un sistema di trapianto non invasivo che portò alla nascita della sua azienda: l'imperatore dei capelli aprì decine di centri specializzati, in Italia e all'estero. Grazie agli spot con i quali lanciava il messaggio della sua "idea in testa", la sua azienda trovò moltissimi clienti e lui diventò presto un volto molto familiare agli spettatori delle reti televisive private, dove, negli spot, faceva il testimonial di se stesso: con la sua folta chioma si tuffava in acqua e faceva altre cose che non sarebbero state possibili con il parrucchino.

Diventò un fenomeno di costume e il suo nome associato in maniera quasi automatica a chi non voleva arrendersi alla perdita dei capelli. La sua tecnologica il 'Cnc - Capelli Naturali a Contatto' era definita come un'integrazione dei capelli mancanti, con capelli naturali e fissati grazie ad un coesivo medicale ipoallergenico. "Salve, Sono Cesare Ragazzi - diceva sorridente sotto i baffi nelle pubblicità che lo resero famoso - e mi sto passando una mano nei capelli. Che c'è di strano? Ma io sono calvo".

Fra i suoi clienti e amici, c'era anche Lucio Dalla che Cesare Ragazzi aveva conosciuto da giovanissimo quando anche lui faceva parte di una band musicale. Tifoso del Bologna e appassionato di Formula Uno, il suo ultimo messaggio sui social è di pochi giorni fa, quando, sorridente, rivolgeva a tutti gli auguri di buone feste. La sua azienda ha avuto però anche guai finanziari e giudiziari: nel 2017 patteggiò una pena di due anni e otto mesi per bancarotta fraudolenta, relativa al fallimento del suo gruppo nel settembre del 2009.

I reati contestati si riferivano agli anni tra il 2002 e il 2008, quando Ragazzi rivestiva le cariche di presidente, amministratore unico e amministratore di fatto. Alla data del fallimento la società avrebbe accumulato crediti inesigibili per circa 1,7 milioni, che la portarono, appunto, al fallimento.

L'accusa parlava di un meccanismo di svuotamento del patrimonio societario a favore di altre società. Beni dell'azienda sarebbero stati distratti e dissipati, con ingentissimi finanziamenti al di fuori di ogni criterio di utile gestione dell'impresa a favore di società direttamente o indirettamente riconducibili ad alcuni membri della sua famiglia. Il funerale di Cesare Ragazzi sarà celebrato lunedì alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Bazzano, dove ha sempre vissuto, preceduto dalla camera ardente alla casa funeraria Parini.

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