"Oggi le organizzazione criminali dialogano fra di loro con gli strumenti della rete.
Quindi social, piattaforme criptate e telefonini criptati.
Questo modo
cambia anche il modo di decidere: se prima le decisioni
transitavano attraverso la cupola, attraverso il vertice, oggi
queste decisioni vengono prese in maniera più rapida e con
strumenti rispetto alle quali lo Stato è in ritardo". Così il
procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia, parlando nel
corso della 19esima edizione del progetto educativo antimafia,
promosso dal centro studi Pio La Torre dal titolo "Lo Stato può
battere la mafia".
"Molte delle transazioni - aggiunge il magistrato - inerenti
al traffico di stupefacenti avvengono nel deep web, dove si
tratta il traffico degli stupefacenti, delle armi, dei bambini.
Con strumenti che trent'anni fa neanche pensavamo che potessero
esistere. Quindi serve uno straordinario aggiornamento per
sconfiggere le mafie che stanno rapidissimamente imparando a
cambiare in questo modo. I nostri poliziotti del domani avranno
come strumento non tanto la pistola ma l'uso degli strumenti di
tecnologie informatiche".
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