''A Pompei il personale di
vigilanza è sfiancato dal sovraccarico di lavoro'': così i
responsabili sindacali degli scavi in una nota.
"Quotidianamente, ai custodi in servizio sono assegnate fino a
tre zone di guardia, equivalenti ad un'area di circa 35mila mq.,
pari al 31,2% in più dei parametri di lavoro assegnati al
personale in servizio in altri siti, riuscendo comunque a
garantire l'apertura dell'area archeologica 365 giorni l'anno,
il tutto a parità di stipendio e compensi accessori con chi
lavora molto meno e in ambienti climatizzati''.
Quindi, nelle aspettative del personale del sito archeologico
di Pompei ''tra le prime cose da risolvere, l'equa distribuzione
del carico di lavoro del personale, individuando il parametro di
riferimento per l'assegnazione delle zone da vigilare. Molte
volte abbiamo ribadito che bisognava distribuire in maniera
imparziale ed equa i carichi di lavoro, oppure, in alternativa,
riconoscere e concedere maggior compensi a coloro che durante
l'espletamento del proprio servizio sono soggetti ad un maggior
carico di lavoro''.
Al ministro Franceschini, i sindacati avevano lanciato un
appello alcuni giorni prima della indizione delle assemblee.
''Purtroppo - spiega l'Rsu, Antonio Pepe - il nostro problema è
di riuscire a conciliare la tutela dei turisti, e dell'immagine
del sito, con l'esigenza di riuscire ad attirare l'attenzione
del vertici della Soprintendenza e del Governo sui nostri
problemi, che sono problemi di gestione del sito archeologico e
di sicurezza degli Scavi''.
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