E' stato 'Lehman Trilogy' l'ultimo spettacolo firmato dal regista Luca Ronconi, in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 29 gennaio scorso al prossimo 15 marzo. La saga della famiglia Lehman, dall'arrivo in America al crack finanziario del 2008, era stata sapientemente divisa in due parti autonome dal regista morto stasera: 'Tre Fratelli' e 'Padri e figli'. Ma a dispetto di una durata complessiva di quattro ore e mezza, 'Lehman Trilogy' non è un kolossal teatrale, come avevano voluto precisare lo stesso Ronconi e il direttore del Piccolo Sergio Escobar in sede di presentazione, il 27 gennaio scorso, due giorni prima del debutto. Piuttosto - secondo la definizione di Ronconi - si tratta di una ballata epica che parte dall'11 settembre 1844 con l'arrivo in Alabama dalla Baviera di Henry Lehman (Massimo De Francovich), seguito dai fratelli Emanuel (Fabrizio Gifuni, al debutto con Ronconi) e Mayer (Massimo Popolizio). "Nei Lehman si verifica un meticciato culturale delle forme di arricchimento - aveva spiegato il regista - e forse nell'abbandono delle radici sta la loro predestinazione al fallimento". 'Lehman Trilogy' era stato un ritorno all'argomento economico dopo 'La compagnia degli uomini', per Luca Ronconi, che aveva avuto un ultimo pensiero per il suo pubblico: "Mi piace pensare allo spettatore - aveva detto il regista - come lettore, presto ritornerà l'esigenza di un teatro di parola"
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