La parita' di genere conquista il parco più bello di Manhattan. Oltre Alice nel Paese delle Meraviglie: due statue di donne reali saranno innalzate a Central Park, finora in fatto di monumenti storici un club riservato a soli uomini. La cerimonia della dedica in onore di due suffragette ha segnato un altro momento storico per l'America: la concessione, cento anni fa, del voto al gentil sesso nello stato di New York.
Le statue celebreranno le gesta di Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony assieme a quelle di "molte altre donne che hanno lavorato instancabilmente per far avanzare i diritti delle donne, e tra queste Sojourner Truth, Lucy Stone, Mary Church Terrell, Anna Howard Shaw e Ida B. Wells-Barnett", ha fatto sapere il Dipartimento ai Parchi cittadino.
Pare incredibile che, al giro di boa del centenario, i viali di Central Park fossero popolati solo di figure maschili ma e' davvero cosi'. Le uniche statue di figure femminili nel "cuore verde" di Manhattan erano personaggi mitologici o di fiabe come l'amatissima Alice vicino al laghetto della 72esima strada, la Giulietta di Shakespeare o la prima di tutte, l'Angelo dell'Acqua della Bethesda Terrace: firmata da Emma Stebbins nel 1973 fu la prima commissione di un'opera d'arte pubblica a New York affidata a una donna e la figura rappresentata era allegorica anche se si dice che raffigurasse l'amante della Stebbins, Charlotte Cushman.
Di statue in onore di donne reali pero' a Central Park non c'era finora traccia: se ne contano sulle dita di una mano anche a New York. Ecco perché, in settimane in cui la polemica sulle statue dei generali sudisti ha aperto un dibattito sui monumenti pubblici, l'omaggio a Elizabeth e Susan, completato nel 2020 quando il 19esimo emendamento sul voto femminile venne ratificato, fara' storia. Il gesto del municipio e' tanto più significativo perche' a Washington il Dipartimento al Tesoro americano ha premuto il pedale sul freno su un altro importante riconoscimento al ruolo delle donne nella storia degli Usa: l'amministrazione Trump ha mandato in naftalina la decisione dell'amministrazione Obama di sostituire sulla banconota da 20 dollari il settimo presidente americano Andrew Jackson con la ex schiava e militante abolizionista Harriet Tubman. Un dettaglio non da poco. Jackson, che fu proprietario di schiavi, e' il presidente preferito di Donald Trump, che in corso di campagna elettorale, attribuendo a un atto di "una correttezza politica" il movimento per mandarlo in pensione, aveva suggerito di relegare la Tubman in un ghetto sostanzialmente invisibile: la banconota da due dollari.
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