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Presadiretta, viaggio nei Paesi poveri non vaccinati

Presadiretta, viaggio nei Paesi poveri non vaccinati

Fino ad oggi in Africa sono arrivate 67 milioni di dosi, insufficienti per la copertura vaccinale di 1 miliardo e 400 milioni di persone

09 ottobre 2021, 08:56

Redazione ANSA

ANSACheck

'Presadiretta, foto di Raffaele Manco - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Presadiretta, foto di Raffaele Manco - RIPRODUZIONE RISERVATA
'Presadiretta, foto di Raffaele Manco - RIPRODUZIONE RISERVATA

I grandi del mondo al G7 hanno promesso più di un miliardo di dosi di vaccino ai paesi più poveri, ma finora hanno consegnato meno del 15 per cento di quelle pattuite. Con Covax, il programma di cooperazione internazionale guidato dall’OMS, fino ad oggi in Africa sono arrivate 67 milioni di dosi, assolutamente insufficienti per la copertura vaccinale di 1 miliardo e 400 milioni di africani.

Anche l’Europa, nel recente discorso di Ursula Von Der Leyen, aveva comunicato consegne per 700 milioni di dosi al resto del mondo. Ma PresaDiretta nella puntata “La fabbrica dei vaccini” - in onda lunedì 11 ottobre, alle 21.20 su Rai 3 - ha scoperto che le dosi condivise dall’Europa sono in realtà esportazioni, cioè vendite effettuate dalle stesse compagnie farmaceutiche, e che per l’80 per cento sono state destinate a paesi non sono certo poveri – tra i quali Giappone, Turchia, Regno Unito, Australia, Canada, Arabia Saudita, Svizzera - mentre le donazioni di vaccini ammontano finora ad appena 28 milioni, cioè il 3 per centro di tutte le dosi esportate dall’Europa.

Per capire l’impatto del Covid in Africa, PresaDiretta con l’inviata Daniela Cipolloni e il film-maker Raffaele Manco - insieme ad Amref, la più grande organizzazione no profit africana in prima linea nel campo della salute - ha seguito sul campo la vaccinazione di massa in Kenya. Le telecamere della trasmissione di Riccardo Iacona sono entrate nel Mbagathi hospital, il principale ospedale pubblico di Nairobi dove si effettuano, a singhiozzo, anche vaccinazioni Covid. Nei giorni in cui i vaccini sono disponibili, il centro è preso d’assalto con lunghe file di persone già dalle prime ore del mattino. Qui il vaccino non si sceglie, l’unico usato in Kenya, come in gran parte dell’Africa, è Astrazeneca. E la copertura con la doppia dose è bassissima.

Lasciata la capitale Nairobi, lo scenario delle vaccinazioni nelle zone rurali cambia radicalmente. I presidi sanitari si diradano e spesso c’è un solo ospedale nel raggio di centinaia di chilometri. A Machakos, capoluogo di contea, l’ospedale è una struttura di livello 5, il più alto, dove c’è anche una terapia intensiva Covid. È qui che vengono consegnati i vaccini per tutta la contea che conta un milione e mezzo di persone. Le fiale si conservano in un frigo portatile, lo stesso che viene usato per portare i vaccini nei villaggi limitrofi dove non ci sono app o siti web per prenotare la vaccinazione. La “chiamata” è volontaria: “Quando ci comunicano la disponibilità di vaccini, quello che facciamo è avvisare le persone che a tale giorno, a tale ora, possono venire a vaccinarsi”, spiega a PresaDiretta la volontaria di Amref. “La fabbrica dei vaccini” è un’inchiesta di Riccardo Iacona, Daniela Cipolloni, Marianna De Marzi. Film-maker Raffaele Manco e Lorenzo Calanchi.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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