- MILANO - E' un album che si presenta a braccia aperte, quelle di un abbraccio voluto, di un'accoglienza, il nuovo lavoro di Cesare Cremonini che domani torna in scena accompagnato da La ragazza del futuro.
Canzoni spartiacque e racconti di un periodo complicato un po' per tutti.
Un percorso fatto di tappe, dagli Abbey Road Studios fino alle periferie delle città italiane del progetto di murales 'Io vorrei', con l'artista Giulio Rosk. "Questo è il mio album di canzoni visionarie - ha raccontato Cremonini - che possano portarmi verso il futuro".
E La ragazza del futuro è un baule di canzoni nate nell'oggi e che strizzano l'occhio al futuro, incerto e tutto da scrivere.
Quattordici tracce, autonome ma allo stesso tempo tenute insieme da un filo unico, fatto di musica che il cantautore bolognese ha cercato a Londra come a Napoli, passando da Copenaghen e mettendo un piede a New York e altrove ancora.
"E' un album dal significato importante - ha spiegato la voce di 'Colibrì', 'Chimica' e tutte le altre nuove arrivate - e una sorta di spartiacque, per una carriera musicale ma anche per la mia vita". La ragazza del futuro è anche una riflessione sul ruolo dell'artista musicale in questo periodo. "E' importante - spiega Cremonini - trovare significati e inserirli nel percorso da cantautore che è iniziato da quando ero piccolo. Ho forse più ricordi da cantante di quando ancora non lo ero". Significati che riprendono quell'immagine di musica 'larga' che va oltre un album in senso stretto e arrivano allo Sperone di Palermo, sulle case di Ponticelli a Napoli e a Ostia, con i murales di Rosk.
Un'arte che è musica per Cesare Cremonini, anzi, Cremonini e basta, per questa volta. "Ho deciso di utilizzare solo il cognome nella firma dell'album - ha raccontato Cesare - per dare quello sguardo più largo su quello che faccio. Il mio percorso è anche quello che nasce dalla mia famiglia, dalla mia terra e dalla mia città. Cremonini è anche quel qualcosa che protegge Cesare e mi fa pensare a mio padre. Cesare, invece, è più mia madre e l'intimità".
E del padre c'è anche il delicato racconto degli ultimi giorni di vita, tra le righe di MoonWalk, condivisi da figlio. "E' un album senza pudori - ha detto il cantautore - sfociato anche in una canzone dove racconto la dignità di un momento che ti fa crescere. E' un racconto di me, nell'album meno autoreferenziale che abbia mai scritto". Album che porterà anche verso il tour Cremonini Stadi 2022, tanto atteso e rimandato, come per tutti.
Partenza prevista 9 giugno da Lignano, poi Milano (sold out), Torino, Padova, Firenze, Bari (sold out), Roma e gran chiusura all'Autodromo di Imola, tempio di velocità e note.
"Sai la paura di morire? è una mosca nel caffè. Sempre a un passo dalla fine, ma raccontami di te...". L'album saluta così, con l'ultimo verso di 'Chiamala felicità' "Chiudere così l'album - dice Cremonini Cesare da Bologna - significa trattarlo come un disco da ascoltare dall'inizio alla fine". Non un concept, ma un disco circolare si, fatto di note da ascoltare e parole che ti guidano lungo un percorso preciso. Quasi un film, con tutto il suo circuito di scene. Quel circuito che il "pilota di canzoni" Cesare ha imparato a conoscere raccontando. "Mi sento libero, in un momento in cui le cose sono cambiate. Libero di fare canzoni".
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