Sono cinque, ma solo una finora riconosciuta ufficialmente, le opere lasciate da Banksy sulle macerie di edifici bombardati nei pressi di Kiev. Alle due diffuse dal fotografo Ed Ram nei giorni scorsi si è aggiunta l'immagine di un'atleta in verticale su un muro distrutto a Irpin, che la notte scorsa l'artista di Bristol ha postato 'firmandola', e altre due ancora ufficiose. La prima mostra un'atleta che muove un bastoncino con il nastro, l'altra - tra gli edifici danneggiati a Hostomel, vicino all'aeroporto Antonov - una donna con i bigodini e in vestaglia da camera con maschera antigas e un estintore.
"Sono tutte immagini fotografate da Ram, che è sulle tracce di Banksy - spiega Stefano Antonelli, curatore con Gianluca Marziani delle mostre italiane più importanti del celebre street artist -. E' un'operazione molto ben ponderata e studiata. Banksy era rimasto in silenzio da quasi due anni". Mesi fa erano circolate voci di sue possibili incursioni a Lampedusa e, appunto, in Ucraina. Sei mesi fa lo street artist francese C205 (Christian Guémy), molto amico di Banksy, è stato nel paese in guerra per azioni simili e risulta che sia stato contattato dal collega inglese. "Banksy agisce sempre contando sull'aiuto e sul supporto di persone del posto - spiega Antonelli - e si muove come un terrorista. Ci vuole molto coraggio e determinazione, ma ha voluto assolutamente esserci".
Tutte le opere, aggiunge, sarebbero state realizzate qualche giorno fa. "Questa volta i protagonisti sono soprattutto bambini che sanno muoversi con leggerezza e restare in equilibrio, un invito a sorridere anche in una situazione drammatica. Sembra quindi che voglia investire le nuove generazioni della responsabilità di guardare le cose in modo diverso. Banksy sgancia bombe per fare la pace".
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