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Due donne in mostra a Roma per raccontare la voglia di cambiare

Due donne in mostra a Roma per raccontare la voglia di cambiare

Virginia Aloisio e Barbara Francini, alla Galleria 'Arca di Noesis'

ROMA, 12 giugno 2023, 16:35

Redazione ANSA

ANSACheck

mostra di Virginia Aloisio e Barbara Francini - RIPRODUZIONE RISERVATA

mostra di Virginia Aloisio e Barbara Francini - RIPRODUZIONE RISERVATA
mostra di Virginia Aloisio e Barbara Francini - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Due donne, amiche da una vita, con una passione in comune: l'arte. Declinata come pittura e come fotografia. Un amore che le ha portate a scegliere di allestire insieme una mostra alla Galleria 'Arca di Noesis' a Roma Via Ostilia 3B. Un'esposizione di quadri e foto. Due forme artistiche diverse, unite però da un unico filo rosso: la voglia di esprimere il cambiamento e il bisogno di raccontare. Anche il dolore.
    Virginia Aloisio, per 20 anni avvocato, in prima linea per la difesa delle donne a fianco di Tina Lagostena Bassi, capisce di voler fare la pittrice a metà degli anni '90. All'inizio predilige le forme astratte, dai colori sfumati, pieni di luce.
    Senza contorni precisi. Poi, torna a parlare di donne e del loro dolore. "Ho cercato di rappresentare questo dolore - racconta Virginia - sia da un punto di vista personale, sia da un punto di vista universale, perché c'è un dolore di fondo che ci accomuna tutte". Così sulle pareti della galleria d'arte dell'Esquilino compaiono i volti enigmatici e gli sguardi interrogativi di grandi protagoniste dell'universo femminile: da Maria a Demetra, da Violeta Parra a Cio Cio San, la madama Butterfly di Puccini; da Morgana a Lilith e Fidelma, la suora detective protagonista dei gialli storici di Peter Tremayne. Ad accomunare queste figure così diverse non sono solo i colori decisi, messi in evidenza da chiome o piccoli dettagli in nero, ma spesso anche da un cuore trafitto, che perde sangue, il simbolo del "dolore universale" di cui parla Virginia.
    Per Barbara Francini, invece, tutto comincia con un regalo del padre: una Leica M4 12 che condizionerà gran parte della sua vita. Lei seguirà la strada dell'insegnamento, ma il suo cuore batterà sempre per le immagini che riesce a carpire dai suoi obiettivi 28-50-135 di cui parla con grande cura e nostalgia.
    Sua musa ispiratrice è Margaret Bourke-White, una fotografa statunitense, nota per i suoi reportage durante la II guerra mondiale anche in Urss. Di origine veneziana, Barbara Francini propone nelle sue foto una Roma segreta di cui dichiara di "essere innamorata" da sempre. Ma, sfogliando i cataloghi che la riguardano, presenti in mostra, colpiscono in modo particolare le mani della madre, esule dalmata. Sono mani rugose con dita che si accavallano, come per sostenersi a vicenda e che raccontano una storia intensa, commovente, anche questa piena di dolore. 
   

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