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Pippo Baudo, 'Berlusconi spronò la Rai a cambiare'

Pippo Baudo, 'Berlusconi spronò la Rai a cambiare'

"Aperto e simpatico, mi volle come direttore artistico"

ROMA, 12 giugno 2023, 15:50

di Angela Majoli

ANSACheck

Pippo Baudo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pippo Baudo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pippo Baudo - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Con Silvio Berlusconi ho avuto un rapporto molto intenso: era un grande imprenditore, che partecipava personalmente ai progetti che amava e li curava veramente". Pippo Baudo ha conosciuto bene il Cavaliere, che a metà degli anni '80 lo corteggiò a lungo per portarlo a Mediaset, convincendolo nel 1987 a firmare un contratto triennale in esclusiva con Fininvest. Un accordo blindato, che - raccontano gli annali della tv - fece arrabbiare Mike Bongiorno, volto di punta del nascente polo privato. "Ricordo il primo incontro, ad Arcore", racconta oggi Baudo in un'intervista con l'ANSA. "Io tentennavo parecchio, perché ero molto legato alla Rai. 'Fai l'uno e l'altro', cercava di convincermi Berlusconi, ma io gli ripetevo che non era possibile". Poi l'accordo: "Mi volle come direttore artistico di Canale 5, fu una grande soddisfazione per me. Feci festival", con Lorella Cuccarini e Gaspare e Zuzzurro, "e fu un successo enorme. Registravamo le puntate al Palatino, finivamo di montare alle 5 del mattino e poi partivano le cassette per le varie province. Ricordo che, quando arrivavano gli ascolti, la prima telefonata al mattino me la faceva lui".
    All'inizio, riflette il conduttore, l'impatto di Berlusconi fu sottovalutato a Viale Mazzini: "La Rai del monopolio si sentiva imbattibile, la vulgata era che il fenomeno sarebbe finito nel nulla. E invece poi la tv pubblica dovette misurarsi con la concorrenza e fu un bene. Le tv di Berlusconi hanno spronato la Rai a cambiare pelle, ad essere più attenta alle esigenze del pubblico".
    A gennaio del 1988, però, Baudo decise di rescindere l'esclusiva, anche a costo di una forte penale e dell'inattività per un anno, come prevedevano le clausole del contratto. "Alla conferenza stampa finale di Festival annunciai che me ne sarei andato. Poi lo comunicai personalmente a lui. La contromossa era pronta: il pagamento di una penale enorme. Non avevo tutti quei soldi, e Berlusconi allora mi chiese di cedergli un palazzo di mia proprietà che gli stava molto a cuore, di fronte alla Fao.
    Accettai, ma purtroppo feci male, avrei fatto meglio a contrattare. Il ritorno il Rai? La nostalgia era forte", ammette Baudo, che a Viale Mazzini ripartì con Serata d'Onore. A Mediaset sarebbe tornato una decina di anni dopo, nel 1997, ma anche quell'esperienza non sarebbe durata a lungo: nel 1999 si sarebbero riaperte per Pippo le porte della Rai.
    "In questi anni qualche volta ci siamo sentiti, ma era sempre molto impegnato", dice oggi Baudo, che preferisce non giudicare il Berlusconi politico. "Mi resta il ricordo di una persona con cui si stava bene, si discuteva, si scherzava, perché era un uomo simpatico e molto aperto". 
   

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