"Ho fatto questo film semplicemente perché penso che il tema dell'energia, dell'aumento dei consumi e della ricerca di una soluzione che vada bene per il pianeta e che combatta anche la povertà delle persone, sia il tema più importante per il futuro del mondo e dei nostri figli. E per cercare di spiegare la verità sull'energia nucleare che è la fonte energetica meno dannosa e più economica possibile". Con queste parole il premio Oscar Oliver Stone ha raccontato ai giornalisti il suo ultimo film, il documentario 'Nuclear Now', che verrà presentato domani nel programma dell'ultimo giorno del 41/o Torino Film Festival, quando il regista americano terrà anche una master class. Poi Stone porterà il film a Bologna e a Roma. Il 6 dicembre passerà su La7.
Ancora una volta Stone fa un film politico. Forse questo ancora più di lavori che hanno fatto la storia del cinema americano degli ultimi decenni, come 'Platoon', 'Nato il quattro luglio', 'Wall Street', 'Nixon'. "E' un film politico perché riguarda il governo del mondo - dice Stone - un mondo che chiede sempre più energia e nel quale è difficile comunicare la verità.
E che fa confusione tra armi nucleari ed energia nucleare. Lo sviluppo dell'energia nucleare oggi paga lo scotto della bomba nucleare e la gente si rifiuta di andare a fondo e capire, cosa che ho cercato di fare io parlando con scienziati e ricercatori con questo film. Un film che vorrei fosse uno strumento per le persone per non farsi prendere in giro".
Stone se la prende quindi con chi 'nasconde' questa verità, anche pensando di fare il bene del mondo come Greenpeace, i tanti ambientalisti come Jane Fonda, "che si prestano a fare il gioco del sistema", e anche i paesi dichiaratamente No nucleare come la Germania che ha distrutto i suoi impianti e investe sulle rinnovabili. "Non dico no alle rinnovabili - dice Stone - ma non arriveranno mai a coprire il fabbisogno. Sotto i nostri piedi, gli atomi di uranio della crosta terrestre contengono un'energia concentrata molto meno rischiosa di altro. Si parla tanto di Cernobyl e degli incidenti degli impianti nucleari, ma si tace sugli incidenti legati ai combustibili fossili, per non dire dell'inquinamento e del coinvolgimento di queste nel cambiamento climatico".
Secondo Stone bisogna fare anche in fretta. L'aumento di energia nel mondo è esponenziale anche da parte di Paesi una volta meno energivori, come India, Africa, Bangladesh, India e ovviamente Cina. La Russia, secondo Stone "ha una visione più collettiva e complessivamente più attenta alle esigenze dei cittadini di Stati Uniti e Europa e sta investendo sul nucleare". "Ma questo non è un tema di destra o sinistra - conclude il regista - Occidente o Oriente, ma di sopravvivenza".
Il film è stato iniziato prima della guerra in Ucraina e riporta anche un viaggio di Stone in Russia presso l'azienda pubblica Rosatom attiva nel settore dell'energia nucleare e che raggruppa oltre 400 imprese locali. "Con questo film - dice il produttore esecutivo Stefano Buono, fondatore di Newcleo - Stone vuole parlare al mondo. Sta già pensando ad un sequel sulla situazione in Europa. Negli Stati Uniti forse il problema è anche meno urgente e meno sentito che in Europa".
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