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Non solo i divi, la corsa all'Oscar del caro estinto

Non solo i divi, la corsa all'Oscar del caro estinto

Battaglia tra eredi per uno slot del segmento In Memoriam

NEW YORK, 10 marzo 2024, 09:53

di Alessandra Baldini

ANSACheck

Robbie Robertson © ANSA/EPA

Non sono solo i divi e gli studi ad aver fatto campagna forsennata nelle ultime settimane per arrivare domenica notte a vincere un Oscar. A lato delle macchinazioni più seguite nella mecca del cinema, un'altra battaglia, egualmente intensa, è stata combattuta tra eredi e agenti per portare il 'caro estinto' ad occupare uno slot nel segmento In Memoriam che a metà della notte delle stelle omaggia i trapassati di Hollywood nell'anno che si è appena concluso. Lo spazio è ristretto, i nomi sono tanti e le omissioni possibili con la matematica certezza di provocare ogni anno controversie. Come quando nel 2010 fu snobbata Farrah Fawcett (la scusa fu che la diva di Charlie's Angels aveva lavorato più per la tv che per il cinema) o, più di recente l'anno scorso, Paul Sorvino di Questi Bravi Ragazzi, con grande dispiacere della figlia Mira.
    Quest'anno il red carpet dalla tomba spetta di diritto a Robbie Robertson, il frontman della band: morto di cancro in agosto, aveva passato l'ultimo anno di vita componendo la colonna sonora di Killers of the Flower Moon dell'amico dai tempi dell'Ultimo Valzer Martin Scorsese. Robbie è candidato e, se dovesse vincere, sarebbe il primo premiato postumo agli Oscar.
    È l'Academy, bombardata negli ultimi mesi da parenti, agenti e pubblicisti, a decidere chi onorare a suon di musica durante la diretta: l'anno scorso a fare la serenata ai volti che scorrevano mestamente sul maxischermo fu Lenny Kravitz. "C'è sempre chi ci resta male", spiega Chuck Workman che ha lavorato a 22 trasmissioni degli Oscar, curando in particolare quattro segmenti In Memoriam. Perché mentre i fan si aspettano di vedere volti noti scorrere sullo schermo, l'Academy non è composta solo da star, ma anche di chi lavora dietro le quinte per portare la magia del cinema nella vita degli spettatori. "Tutte e 18 le branche dell'Academy vorrebbero veder riconosciuti i colleghi recentemente passati a miglior vita e che non sono riusciti a raggiungere la fama planetaria di star di serie A", spiega ancora Workman.

Chi verrà onorato quest'anno è ancora coperto da segreto.
Potrebbe venir ricordato Bill Cunningham, la voce originale del Ken della Mattel all'inizio degli anni Sessanta o Michael Lerner, candidato agli Oscar per Barton Fink - È Successo a Hollywood dei Fratelli Coen e che è morto in aprile a 81 anni.

Tom Sizemore di Salvate il Soldato Ryan e Black Hawk Down se n'è andato in marzo a 61 anni per un aneurisma al cervello. Ci saranno certamente Alan Arkin, Oscar nel 2006 per Little Miss Sunshine, Michael Gambon, il Dumbledore di Harry Potter, Tom Wilkinson indimenticabile in Full Monty, e Melina Dillon, candidata per Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. Ryan O'Neal di Paper Moon e Barry Lyndon è morto in dicembre: una star dalla vita tormentata tra abuso di droga e violenza domestica contro la Fawcett. Per i moralisti dell'Academy si presenta il dilemma se includerlo o no. Come per Lee Sun-kyun, il padre della ricca famiglia Park di Parasite: il popolare attore sudcoreano è morto suicida il 27 dicembre mentre era sotto indagine per uso di droga. 
   

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